BONELLI, Cesare
Nato a Torino il 3 genn. 1821 da Francesco Andrea, celebre naturalista, e da Fernanda d'Ancona, entrò giovanissimo nella R. Accademia militare di Torino, nella quale conseguì il grado di sottotenente il 4 sett. 1841; raggiunto il grado di tenente di artiglieria nel 1843, frequentò successivamente, fino al 1845, la Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio.
Prese parte alla prima guerra d'indipendenza, meritandosi una medaglia d'argento al fatto d'armi di Goito (30 maggio 1848), prestando servizio come tenente alle dipendenze del governo provvisorio di Milano. Alla ripresa della guerra, nel 1849, il B. era capitano, e allo scoppio della seconda guerra d'indipendenza divenne maggiore. Nella campagna del 1859 fu destinato al reggimento artiglieria da piazza; passò poi, il 31 genn. 1860, a comandare il materiale d'artiglieria nelle province dell'Emilia. Promosso tenente colonnello (7 nov. 1860), prese parte alla campagna del 1860-61 nell'Italia meridionale, agli assedi di Gaeta e di Messina. Ferito davanti a Gaeta, fu decorato con una seconda medaglia d'argento, e successivamente, per l'opera prestata nell'assedio della cittadella di Messina, gli fu conferita la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.
Nel 1862, promosso colonnello, ebbe il comando del 1º e poi (1863) del 6º reggimento d'artiglieria, e allo scoppio della terza guerra d'indipendenza quello dell'artiglieria del I corpo d'armata.
Alla battaglia di Custoza, il 24 giugno 1866, il B. si trovò a sostenere e coprire la ritirata delle forze italiane a Valeggio, in una situazione particolarmente difficile, poiché disponeva soltanto di 23 cannoni contro 46 degli Austriaci, che potevano battere di fronte e d'infilata le posizioni italiane. Il successo del ripiegamento del I corpo d'armata del generale Durando era in buona parte legato ai risultati dell'azione dell'artiglieria comandata dal B., la quale doveva ritardare il più possibile l'avanzata avversaria e controbattere il tiro dell'artiglieria nemica; il B., attestatosi nella posizione di parco Maffei, seppe trasmettere ai suoi reparti tanto entusiasmo e consapevolezza della responsabilità, che la posizione fu tenuta a oltranza, fino a quando giunse un ordine tassativo del generale Sirtori che disponeva la ritirata sulla riva destra del Mincio.
Nel 1868, promosso maggior generale, assunse il comando territoriale d'artiglieria di Milano, donde passò a Napoli e, poi, a Torino, dimostrando notevoli doti organizzative. Divenuto tenente generale nel 1877, gli fu assegnato il comando della divisione di Verona.
Quando la crisi conseguente al fallimento della politica italiana al congresso di Berlino diede luogo alle dimissioni del ministro degli Esteri L. Corti e dei ministri militari, il Cairoli chiamò il B. a sostituire il dimissionario generale G. Bruzzo nella carica di ministro della Guerra (24 ott-19 dic. 1878).
Alla costituzione del secondo ministero Cairoli, il B. fu di nuovo chiamato a reggere il dicastero della Guerra, e ad interim quello della Marina. Nominato senatore il 20 nov. 1879, egli mantenne il primo incarico anche nel terzo ministero Cairoli, fino al 13 luglio 1880, quando il presidente del Consiglio, esaudendo le sue continue sollecitazioni, gli concesse di ritornare al comando divisionale di Verona.
Le dimissioni furono causate dall'opposizione parlamentare a un aumento delle spese militari chiesto dal B., il quale, d'altra parte, non condivideva neppure la posizione ideologica del Cairoli, essendo un puro tecnico alieno dai problemi politici.
In qualità di ministro, egli si occupò soprattutto delle dotazioni d'armamento delle truppe col fucile a retrocarica rigato mod. 1870 (Vetterli) cal. 10,35, della realizzazione di fortificazioni campali, della costruzione e potenziamento della fabbrica d'armi di Terni.
Ritornato al comando della divisione di Verona, il B. si segnalò per l'opera decisa ed efficiente con la quale fronteggiò la grave situazione determinatasi nella zona veronese in seguito alle inondazioni del settembre e dell'ottobre 1882, per cui gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Verona. Successivamente, dal 1885 al 1889, comandò l'XI corpo d'armata, di stanza a Bari, finché nel novembre 1889 fu collocato in ausiliaria.
Nominato nel 1896 membro del consiglio dell'Ordine militare di Savoia, il B. morì ad Orvieto il 1º ott. 1904, e fu sepolto ad Anagni.
Fonti e Bibl.: Arch. dell'Ufficio storico dello S. M.dell'Esercito, Roma, Ministero della Difesa, "Stato di servizio di B. C. A. A.; L'Italia militare, 10 dic. 1878; L'Opinione, 24 ag. 1886; Gazzetta di Torino, 6 genn. 1886; Rivista illustrata settimanale, 3 nov. 1887; Illustrazione militare italiana, 15 nov. 1888; C. Corsi, Il ICorpo d'Armata nella giornata di Custoza, Torino 1868, p. 146; L. Chiala, Cenni storici sui preliminari della guerra del 1866 esulla battaglia di Custoza, Firenze-Voghera 1870-73, II, pp. 352-59; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale..., Terni 1890, p. 147; S. Sibilia, Il generale B. - Contributo agli studi delRisorgimento, in Rassegna storica del Risorgimento, XXIV (1937), pp. 1165-1194, 1342-1365, 1502-1513; Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, L'Esercito italiano, Roma 1961, p. 189 e 287; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemp. italiani, Roma 1895, p. 125; Diz. del Risorg. naz., II, pp. 352 s.