DETTI, Cesare Augusto
Nacque a Spoleto da Davide e Annunziata Vannini il 28 nov. 1847. Nel 1862 si trasferì a Roma e si iscrisse alla Accademia di S. Luca, dove fu allievo di Francesco Podesti e si diplomò nel 1865. Per motivi cronologici non è accettabile la notizia di un primo alunnato del D. presso lo spoletino Silvestro Silvestri (Pavoni, 14 maggio 1941).
Nel 1872 espose a Napoli e l'anno seguente a Roma (Pavoni, 23 marzo 1941): nel 1872 i suoi dipinti richiamarono l'attenzione del mercante francese A. Goupil, che lo invitò a Parigi (Thieme-Becker), dove il D. si recò nel '76 e dove si stabilì nel 1880. A partire dal 1876 partecipò a numerose esposizioni ufficiali parigine. Nel '78 espose al Salon La rissa; nel '79 nella sezione scuole straniere della Esposizione universale Una festa. Membro dell'Associazione degli Acquarellisti di Roma dal 1881 (Lomonaco, 1987), nello stesso anno partecipò al Salon de la Societé des artistes français. Nel 1888 partecipò all'Esposizione italiana di Londra; e l'anno seguente fu nominato vicepresidente del comitato italiano della Esposizione universale di Parigi e un suo dipinto fu premiato con la medaglia di bronzo; dal 1891 espose al Salon de la Société nationale des beaux-arts. Nel 1900 presentò alla Esposizione universale di Parigi L'Aurora, una tela da soffitto, destinata alla casa di un collezionista di New York (Thieme-Becker), premiata con la medaglia d'argento; nel 1902 (?) all'Esposiz. ital. di Pietroburgo espose Costumi sotto Luigi XVI (Edouard-Joseph), nel 1910 al Salon La défense du drapeau, che riscosse un largo successo di pubblico (ibid.).
Morì a Parigi il 19 maggio 1914.
Le opere dipinte dal D. prima della sua definitiva partenza per Parigi rivelano l'influenza della pittura romanista di B. Pinelli nei soggetti di genere (Una partita a bocce [1869], cfr. W. Doyle Galleries, New York, 12 nov. 1987) e poi del Podesti (Pio IX e il suo seguito nei giardini del Vaticano) Christie's, Londra, 14 giugno 1974) e di Mariano Fortuny (Occhioperbellezza, datato 1873, Sotheby's Parke Bernet, 27 febbr. 1982; Falconieri in riposo, datato Roma 1879, ibid., 30 ott. 1980). Fra i modelli del D. a Parigi vi furono certamente pittori di successo come E. Meissonnier, A. Stevens e G. Boldini, ma anche personaggi a lui più vicini come Ignacio de Leon y Escosura, allievo di J.-L. Geróme.
Il D. e Escosura avevano sposato due sorelle, e nel 1920 una figlia del D., Anna, aveva sposato a sua volta il segretario di Escosura, Luigi Parmeggiani. È ancora da accertare il ruolo del D. nell'attività della galleria d'arte gestita da Escosura, Parmeggiani e da un Louis Marcy e nelle vicende della collezione Escosura. La galleria, di cui era espressione la rivista Le Connoisseur, era centro di un commercio internazionale di falsi (gioielli, armi, maioliche, mobili ecc.); alcuni di essi sono conservati nel Museo Parmeggiani di Reggio Emilia, molti sono riconoscibili nei dipinti del Detti.
Le due maggiori raccolte di proprietà pubblica di dipinti del D. sono conservate a Reggio Emilia e a Spoleto. La collezione venduta nel 1932 da Anna e Luigi Parmeggiani al Comune di Reggio Emilia comprende, oltre a dipinti antichi, opere di Escosura e del Detti. Fra queste ultime - circa una trentina - prevalgono scene di genere e ritratti in costume i cui modelli sono il pittore stesso e i membri della sua famiglia (Gli sposi, Venere con amorini, Il gonfaloniere, I fidanzati, La fontana della giovinezza ecc.). I dipinti di proprietà del Comune di Spoleto furono in parte donati dal pittore (1894, 1896 e 1912), in parte dalla figlia Anna (1914 e 1937).
Opere del D. sono segnalate nei musei di Roma, Bologna, Parma, Torino, Forlì, Imola, Faenza, Livorno, Cremona, Bari, Sidney. Nella collezione degli autoritratti degli artisti del Museo degli Uffizi è conservato un Autoritratto, datato 1902, donato dai Parmeggiani nel 1927. Una grande tela raffigurante la Malinconia è stata collocata nel 1987 nel salone dell'ufficio centrale del ministero dei Beni culturalì e ambientali a Roma (istituto S. Michele).
Prolifico pittore di ritratti, di scene di genere in costume e di soggetti storici (Enrico III ricevuto dal doge Mocenigo a palazzo Foscari, Cesare Borgia, Galileo a corte; cfr. Thieme-Becker), il D. combinava una disinvolta, anche se cauta, modernità con desunzioni dal museo in un abile eclettismo che coinvolgeva, secondo il gusto allora in voga, olandesi del Seicento e francesi e inglesi del Settecento. Egli raggiunse i migliori risultati quando riuscì a controllare la tendenza ad effetti troppo facili e leziosi, come ad esempio nel Ritratto della moglie (Spoleto, palazzo comunale) reso con insolita freschezza nella condotta pittorica e negli effetti luminosi, che rivelano un accostamento, sia pur superficiale, alla pittura impressionista, forse mediata attraverso G. De Nittis.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Illustraz. ital., 31 maggio 1914, p. 539; Corriere di Spoleto, 24 maggio 1914. Cfr. anche: C. D., in Gazzettino politico e artistico (Spoleto), 8-9 dic. 1894; R. Edouard-Joseph, Dict. biographiques des artistes contémporains, I, Paris 1930, s.v.; A. M. Comanducci, I pittori ital. dell'Ottocento, Milano 1934, s.v.; G. Pavoni, Artisti spoletini, C. D., in Il Popolo (Roma), 9 e 18 apr. 1941:Id., Id., in L'Alta Spoleto, 23 marzo e 27 apr. 1941;Id., Curiosità spoletine. L'odissea di una pergamena e i maestri di C. D., in Il Popolo, 14 maggio 1941; L. M. C. Randall, The diary of Georg A. Lucas: an American art agent in Paris, 1857-1909, Princeton 1979, II, p. 592; G. Sapori, in Il quadro nell'armadio (catal. della mostra, Acquasparta), Todi 1985, pp. 18, 711 s.; Id., in Dallo Spagna a Burri (catal. della mostra, Acquasparta), Todi 1986, p. 78; G. F. Lomonaco, Acquerelli dell'Ottocento. La Società... a Roma, Roma 1987, pp. 1195 s.; S. Ambrosetti-E. Farioli, Guida introduttiva alla Civica Galleria Anna e Luigi Parmeggiani, Reggio Emilia 1988;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 165.