DECIO, Cesare Augusto
Nacque il 7 sett. 1885, da Francesco ed Enrichetta Galbiati, ad Arcore (Milano), dove il padre era segretario comunale.
Compiuti gli studi medi al liceo G. Parini di Milano, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Pavia, dove fu allievo del collegio Ghislieri. Conseguì la laurea nel 1909 e si dedicò al campo degli studi prediletti, orientandosi subito verso la carriera universitaria; fu assistente volontario nella clinica ostetrica e ginecologica di Pavia, sotto la guida di I. Clivio, dal 1909 al 1911, dimostrando precocemente buone capacità di studioso e di ricercatore e segnalandosi con una serie di pubblicazioni scientifiche.
Nel 1911 fu nominato assistente effettivo nella clinica ostetrica e ginecologica dell'università di Parma, diretta da E. Ferroni. A questo maestro il D. fu sempre legato e sotto la sua guida perfezionò la propria esperienza e raggiunse i primi successi accademici. Conseguita nel 1914 la libera docenza nella disciplina, l'anno successivo seguì il Ferroni che era passato a Firenze. Tuttavia lo scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale fu impegnato a lungo in zona di operazioni ove si distinse al punto di meritare una medaglia d'argento al valore militare e due croci di guerra, lo sottrasse per qualche anno agli impegni di studio e di carriera.
Al termine del conflitto raggiunse Firenze dove riprese a lavorare, accanto al Ferroni, nella clinica ginecologica di quell'Istituto di studi superiori, e nel 1919 fu nominato aiuto. In quella sede poté lavorare su una copiosa casistica clinica, perfezionando le proprie capacità tecniche operative e dedicandosi allo studio di svariati argomenti.
Acquisì una buona pratica chirurgica e maturò contemporaneamente esperienza nella didattica, per progredire nei gradi della carriera universitaria.
Nel 1921 fu chiamato dalla facoltà di medicina dell'università di Perugia a dirigere la scuola di ostetricia, in seguito alla improvvisa morte di G. Ballerini: tenne tale incarico fino al dicembre 1922. Nel gennaio 1923 si trasferì all'università di Sassari, avendo vinto il concorso per il posto di professore incaricato in quella clinica ostetrica, lasciato libero da A. Gentili che era passato a Cagliari. Di lì a pochi mesi il Gentili lasciò anche la nuova sede, essendo stato chiamato alla direzione della clinica ginecologica di Pisa, e il D. si trasferì a Cagliari, ove diresse la clinica dal novembre 1923 fino all'ottobre 1925. In quegli anni, con il completamento dell'ospedale civile della città, la clinica ostetrica cagliaritana si avviava a una nuova e più idonea sistemazione delle sue strutture: il D. è ricordato per aver sostenuto questo processo di trasformazione, portato poi a compimento da M. Bolaffio, suo successore.
Nel 1926 poté tornare in Toscana, come direttore della clinica ostetrica e ginecologica dell'università di Siena. Ma anche in quella sede la sua permanenza fu breve. Aveva ormai raggiunto una solida posizione nella carriera universitaria e nell'ottobre 1928 si trasferì alla direzione della clinica ginecologica dell'università di Parma. In questa città rimase alcuni anni confermando la sua buona fama di clinico e di docente e diede vita a una reputata scuola frequentata da numerosi allievi.
Lasciò Parma soltanto per trasferirsi a Firenze, nel 1939, succedendo nella direzione della cattedra al suo maestro Ferroni: in questa sede trascorse tutto il resto della sua carriera e della vita, consolidando la sua figura scientifica e affermando il prestigio della sua scuola.
L'attività scientifica del D. è testimoniata da numerosi studi interessanti gli aspetti più vari della disciplina con osservazioni di casistica clinica e con ricerche sperimentali.
Negli anni in cui era studente nell'università di Pavia si era occupato dell'importanza dei raggi Róntgen sotto l'aspetto clinico e terapeutico e aveva studiato la radiodermite anche in quanto malattia professionale.
Studiò la minuta struttura dell'epitelio uterino e il contenuto in grassi e colesterina del sangue delle gravide e delle puerpere in condizioni normali e patologiche, condusse ricerche sulle modificazioni strutturali della ghiandola pineale durante la gravidanza (godé di una certa notorietà per essere stato tra i primi a interessarsi a questo tema), s'interessò precocemente alla patologia tumorale raccogliendo le osservazioni di una vasta casistica operatoria. Alcuni suoi lavori riguardarono problemi di patologia costituzionale, altri furono dedicati allo studio della fisiopatologia dello stato di gravidanza. Fu poi particolarmente attento, secondo un interesse allora dominante nella sua disciplina, al campo di ricerche della endocrinologia in rapporto con le funzioni ginecologiche e soprattutto in rapporto con la gravidanza, e fu autore di studì clinici e biologici sulla menopausa.
Tra i suoi lavori più significativi si ricordano: Sul contenuto in iodio della tiroide durante la gravidanza, in Riv. ital. di ginec., I (1922-23), pp. 59-66; Sul contenuto adrenalinico delle capsule surrenali durante la gravidanza, ibid., pp. 144-51; Ricerche chimiche sulla bile in gravidanza, ibid., II (1924), pp. 105-118; L'influenza della castrazione ovarica sopra alcuni costituenti delle capsule surrenali, ibid., pp. 675-688; Sul contenuto lipoideo delfegato in gravidanza, ibid., pp. 719-733; Appunti sulla cura delle fistole vescico-vaginali, ibid., III (1925), pp. 207-217; Sulla struttura della ghiandola pineale durante la gravidanza, ibid., pp. 761-775; A proposito di miomectomia e di miomi in gravidanza, ibid., XII (1931), pp. 372-382; A proposito di tumori peritoneali, ibid., Suppl. al vol. XVIII (1935), pp. 1-17; Metastasi omerale di sarcoma uterino, ibid., XXII (1939), pp. 640-646; Fisiologia del sistema genitale femminile, in Trattato di ginecologia, diretto da I. Clivio, I, Milano 1944, pp. 99-126; Anomalie di funzione dell'apparato genitale femminile, ibid., pp. 264-346; Sul fattore Rh e l'eritroblastosi fetale, in Riv. di ostetr. e ginecol. [Firenze], I (1946), pp. 1-12; Gli isotopi radioattivi in biologia, ibid., III (1948), pp. 161-167, 225-231; A proposito di flebotrombosi e di flebiti, ibid., pp. 305-311, 377-384; Exanguino-trasfusione e perfusione crociata, ibid., IV (1949), pp. 1-7; Per la profilassi delle malattia emolitica fetale, ibid., pp. 65-69; Vedute recenti sull'ovogenesi. Esiste una neoformazione di ovuli dopo la nascita ?, ibid.., pp. 401-407; La terza gonade, ibid., V (1950), pp. 521-528.
Condusse inoltre ricerche sulla tubercolosi, sulla sifilide, sulla patologia mentale in rapporto con la ginecologia e l'ostetricia, s'interessò anche di patologia uretrale. L'ampiezza dei temi delle sue ricerche si riflette in una varietà di argomenti in cui i singoli contributi possono presentare valore non omogeneo. Tuttavia questo ricco impegno scientifico contribuì ad accreditare l'immagine di un rinomato maestro di ostetricia che diede una impronta personale e di valore alla scuola fiorentina.
Il D. fu membro di numerose associazioni e accademie scientifiche. Fondò e diresse, fino all'anno della sua morte, la Rivista di ostetricia e ginecologia di Firenze. Fu presidente della Società italiana di ostetricia e ginecologia dal 1951 al 1954. Lasciò l'insegnamento attivo nel 1955, per raggiunti limiti di età.
Morì improvvisamente a Firenze due anni dopo, il 25 sett. 1957.
Bibl.: Necrol., in Rivista di ostetricia e ginecologia pratica, XXXIX (1957), pp. 1023 s.; in Rivista di ostetricia e ginecologia, XII (1957), pp. n. n.; O. Viana-F. Vozza, L'ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 353-357.