ARZELÀ, Cesare
Nato a S. Stefano di Magra (La Spezia) il 6 marzo 1847, morto ivi il 15 marzo 1912, fu professore d'algebra all'università di Palermo dal 1878 al 1880 e di calcolo differenziale e integrale all'università di Bologna dal 1880 alla sua morte. Discepolo del Dini, si mantenne fedele a quell'indirizzo critico dei fondamenti della teoria delle funzioni di variabili reali, che il suo maestro aveva introdotto in Italia. Conseguì risultati (quale, ad esempio, la condizione necessaria e sufficiente per la continuità della somma di una serie di funzioni continue) e fissò concetti (come la convergenza da lui detta "a tratti" e oggi chiamata "quasi uniforme"), che dapprima rimasero pressoché sconosciuti agli altri matematici, ma oramai si sono inseriti, come essenziali, nei più moderni e più penetranti sviluppi della teoria delle funzioni di variabili reali e del calcolo funzionale. I suoi scritti furono quasi tutti pubblicati nel Giornale di matematiche di Napoli (1871-1876) e nei Rendiconti e nelle Memorie dell'accademia di Bologna (1883-1911). Lasciò incompiute le sue Lezioni di calcolo infinitesimale, I,1, Firenze 1901.