AIROLDI, Cesare
Uomo politico e scienziato siciliano. Nacque a Palermo il 2 novembre 1774 dal marchese Giuseppe e da Marianna Orrigone. Studiò prima a Modena e poi a Pavia, ma, al sopraggiungere dei Francesi, abbandonò questa città, ritirandosi a Palermo. Quivi vestì l'abito di cavaliere di Malta, e percorse la carriera dei pubblici uffici, dedicando il tempo che gli rimaneva disponibile alla ricerca e allo studio dei minerali della Sicilia. Nel 1812 fu eletto a far parte del Parlamento straordinario, convocato per deliberare intorno alla "riforma" da introdursi nel Regno, e seguì le parti del principe di Castelnuovo. Dopo che la costituzione fu elaborata e si procedette alle elezioni del nuovo Parlamento, l'A. fu chiamato a presiedere la Camera dei Comuni, essendo rimasto in minoranza il candidato degli avversarî democratici (luglio 1813); ma, con le dimissioni del ministero Castelnuovo, l'A. abbandonò la carica. Tornato in Sicilia il Bentinck e ricostituitosi il ministero Castelnuovo (ottobre 1813), l'A. divenne direttore al ministero degl'Interni col principe di Carini come ministro. In tale qualità si adoperò perché nelle nuove elezioni fossero scelti deputati favorevoli all'Inghilterra e alla costituzione, e ottenne lo scopo. Fu anche chiamato nei comitati della nuova Camera per la preparazione dei progetti di legge. Se non che, essendo cessata la ragione per cui l'Inghilterra aveva preso a proteggere i costituzionali siciliani, e avendo re Ferdinando riassunto la direzione degli affari, l'A. lasciò Palermo. Dapprima si recò a Milano, indi viaggiò in Isvizzera, in Francia, nell'Inghilterra e nel Belgio, e da ultimo si stabilì a Firenze, dove visse nella consuetudine del Capponi, del Vieusseux e di altri letterati. Nel maggio 1831 Ferdinando II tolse il divieto al suo ritorno nel regno, e l'A. ne approfittò nel '39 per fare una gita a Palermo. Presto però si restituì a Firenze, dove continuò gli studî naturalistici. Nel '48 non si mosse dalla città da lui scelta a sua residenza, e ivi morì dieci anni dopo (28 dicembre 1858). Le collezioni scientifiche messe insieme dall'A. furono donate da lui stesso, al pari delle monete, delle medaglie e della biblioteca ereditate dallo zio Alfonso (v.), alla città di Palermo.
Bibl.: Un cenno necrologico intorno all'Airoldi, scritto da Filippo Parlatore, si legge nel Monitore toscano dell'11 gennaio 1859.