VALLEJO, César
Poeta peruviano, nato a Santiago de Chuco (dipartimento di La Libertad) il 6 giugno 1893, morto a Parigi il 15 aprile 1938. Nato in un ambiente di soffocante provincialismo, si formò a Trujillo e Lima. Il suo primo libro, Los Heraldos negros (Lima 1918), visione sconsolata della vita di villaggio, fu accolto con ostilità o indifferenza. Nel 1920, per una falsa accusa, fu incarcerato per varî mesi; scrisse allora la sua opera migliore, Trilce (Lima 1922). Liberato, andò a Parigi, ove visse miseramente collaborando a giornali. Espulso come comunista dalla Francia (1930) viaggiò in Spagna, Russia, ecc. Riammesso in Francia, vi morì in grande miseria.
La sua poesia è di una sincerità quasi dolorosa, scevra di retorica e inosservante delle regole; spesso la complessità e il vigore delle immagini che si sovrappongono la rendono difficile. Il V. si libera progressivamente dagli elementi romantici, prevalenti nel simbolismo delle prime opere e, animato da una pietà umana di crescente intensità, trova nella lotta per il progresso sociale la fonte d'ispirazione principale dei suoi versi sulla guerra civile spagnola (Espana aparta de mi este cáliz, Messico 1940, scritto nel 1937), spesso vibranti di emozione eroica espressa con un realismo di nuovo genere.
Assai inferiori ai versi i romanzi e i drammi. Molti scritti del V. sono tuttora inediti. Altre opere: Poemas humanos 1923-1938, Parigi 1938; Escalas melografiadas, Lima 1923; Fabla salvaje, ivi 1923; El Tungsteno, Madrid 1931; Rusia 1931, ivi 1931; Novelas, Lima 1947; Antología de C. V., Buenos Aires 1942.
Bibl.: E. Núñez, Panorama actual de la poesia peruana, Lima 1938; J. Sologúren, C. V., in La poesia contemporánea del Perù, ivi 1946; H. R. Hays, 12 Spanish American Poets, New Haven 1943; numerosi articoli nella rivista Garcilaso, I, n. 1 (Lima 1940).