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BONACINA, Cesam

di Fabia Borroni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BONACINA (Bonaccina), Cesam (Cesare Agostino)

Fabia Borroni

Parente, molto probabilmente, di uno dei Giovanni Battista Bonacina incisori, egli stesso fu incisore di libri, di stampe d'Occasione, di motivi allegorici, araldici e architettonici e di ritratti di effetto decorativo, tratti in genere da suoi disegni. La sua attività, a Milano, può essere datata dal 1641 al '56 circa (dilatando quindi il lasso di tempo proposto dall'Arrigoni, 1962), sulla scorta delle opere firmate (in genere "Cesare Agostino") e datate e dell'analisi stilistica. Le stampe sono "di buona esecuzione, a bulino ben condotto" (Malaspina di Sannazzaro): la tecnica è a tagli stretti, netti e ravvicinati con ricerca di effetti chiaroscurali. Del 1641 è il ritratto di Vercellino Maria Visconti; del 1648 la rielaborazione del frontespizio per i Flores seraphici di Carlo d'Aremberg (già usato per l'edizione di Colonia, 1642); del 1653-1654 la Pianta prospettica di Pavia (da disegno di Ludovico Corte del 1617, poi più volte ristampato: nel 1901 il rame era di proprietà di Franco Maggi). Nello stesso periodo il B. incise in rame le illustrazioni e il ritratto di Fabio Massimo Caracena per l'Obsidio Cremonensis Galliarum Regis di Orazio Landi (Milano s.a., ma 1654) e il ritratto del Conte Pinto (1654: unica stampa citata dal Le Blanc); incise e pubblicò nel 1655 il Nuovo disegno della città di Pavia (pianta prospettica delle cinte fortificate, messa poi in vendita con varianti ed emendamenti col titolo Pavia assediata et abbandonata il 4 7bre 1655) e il ritratto di Alfonso Litta arcivescovo di Milano; nel 1656 la Pianta elevata della città di Pavia e isola di Gravelone. Possono essere datate a metà del Seicento le incisioni del Progetto di facciata del duomo (da invenzione di F. Castello), del Regisole, statua di bronzo già in piazza del duomo a Pavia e della Genealogia della famiglia Visconti.

Un Cesare Agostino Bonacina nacque a Milano nel 1634, se nel 1656 firmava in una stampa (Zani, p. 295 n. 190) "d'anni XXII". Apparteneva alla Compagnia di Gesù come è espressamente indicato nella sua firma sotto il ritratto di Sebastiano Bombelli (già coll. Gaburri, Firenze: v. Campori). Lo Zani gli attribuisce anche le qualifiche di pittore, disegnatore, architetto e matematico. Sue sono le illustrazioni per la Bottega de' Chiribizzi di C. Giudici (Milano 1685: il ritratto dell'autore è inciso da Cesare Laurenzi) firmate "Cesare Agostino Bonacina" e probabilmente un S. Carlo che comunica s. Luigi (1666: da invenzione di F. del Cairo), "eseguito con una tecnica un po' incerta" (Arrigoni 1962).

L'identità dell'ambiente di lavoro e l'interesse comune per i soggetti da trattare non consente di stabilire quale dei due Bonacina abbia tratto le incisioni da disegni di C. Bianchi, G. D. Cerrini, F. Cairo, G. C. Storer (come asserito dai repertori). Loro disegni furono incisi anche da altri: non è per il momento accertabile a quale dei due si debbano ascrivere il ritratto di Gabriele di Savoia (inciso da J. Tasnière) e una Morte di santa (incisa da Albert Clouet) citati dal Kristeller in Thieme-Becker.

Bibl.: P. Zani, Enciclopedia metodica... delle belle arti, I, 4, Parma 1820, pp. 159 s., 295 n. 190; L. Malaspina di Sannazzaro, Cat. di una racc. di stampe antiche..., Milano 1824, II, p. 312; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 438; G. Campori, Racc. di catal. ed inv. ined., Modena 1870, p. 562 n. 411; A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano, Bergamo 1911, p. 222; G. Boffito, Frontespizi incisi nel libro italiano del Seicento, Firenze 1922, p. 70; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute della Lombardia conservate nella raccolta delle stampe e dei disegni (Castello Sforzesco), Milano 1931, ad Indicem; P. Arrigoni, L'incisione e l'illustrazione del libro a Milano nei secc. XV-XIX, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 692; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 266.

Vedi anche
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