CERVO (dal lat. Cervus)
Sotto il nome di Cervi sono compresi i Ruminanti della famiglia Cervidi (lat. scient. Cervidae Gray 1821; fr. Cervidès; sp. Cérvidos; ted. Hirsche; ingl. Deer), ungulati artiodattili pecoriformi, la statura dei quali varia da 2 m. a 33 cm. d'altezza di spalla. La forma è generalmente snella. Gli arti sono piuttosto alti, muscolosi, muniti quasi sempre di zoccoletti accessori. Di regola il solo maschio è munito di corna o palchi. Questi possono constare in via definitiva della sola asta, che dicesi allora daga; oppure l'asta può mettere un solo pugnale (o germoglio) e allora i palchi si dicono forcuti; oppure due pugnali (palchi treppunte); oppure un numero maggiore (palchi ramosi). In palchi ramosi l'insieme dei brevi pugnali apicali può formare la corona. In un tipico palco ramoso completo, il pugnale primo o basale si dice occhiale, il secondo invernino, il terzo mezzano; ma in corna anche ramose di date specie mancano o l'uno o l'altro o anche due dei pugnali testé nominati. In altre specie si ha parziale fusione di asta e pugnali in palchi palmati; la paletta è munita d'un numero irregolare di punte. Anche le corna di specie a palchi ramosi passano, attraverso le mute generalmente annuali, per le fasi di daga, forca e treppunte. Fino al massimo consentito dalla specie, il numero dei pugnali cresce con le mute successive, ma non regolarmente, di anno in anno, inquantoché la grossezza e la ramosità del corno sono espressioni dirette di vitalità del soggetto. Lesioni somatiche o locali durante lo sviluppo del palco ne modificano la forma; la castrazione sopprime la muta e, se avvenuta durante la medesima, altera profondissimamente la forma e consistenza dei palchi, rendendoli spugnosi, a parrucca; questa, per accrescimento continuo, può finire per uccidere il soggetto. In via eccezionalissima maschi interi e normali possono restare senza palchi e femmine sessualmente attive possono portare piccole corna (v.).
Lunghezza, spessore, densità e colore del pelame sono generalmente ben differenti nell'abito invernale e nell'estivo; in questo prevalgono spesso colori rossastri vivaci e sono talvolta presenti macchie bianche, proprie anche dell'abito giovanile di numerose specie. Uno specchio pigeale, bianco o chiaro, o la parte inferiore bianca della coda eretta a pennacchio, sono frequenti segni di riconoscimento dei cervi fra di loro.
La formula dentale tipica è
Sono quasi sempre presenti le tre falangi dei diti secondo e quinto. Dei metacarpali secondo e quinto è conservato l'estremo prossimale (Plesiometacarpali), o l'estremo distale (Telemetacarpali); dei metatarsali secondo e quinto nessuna traccia.
I cervi sono diffusi nel Continente antico dall'Artide fino nell'Africa nord-occidentale e nelle Indie Olandesi; inoltre nell'America settentrionale e meridionale. Generalmente gregarî, sotto la guida d'una femmina esperta, abitano tanto il monte quanto il piano, i luoghi asciutti o paludosi, aperti o selvosi, nutrendosi di erbe, foglie, rami, scorza, frutta, licheni e funghi. Bevono; amano il sale. Hanno sensi acuti, ma intelligenza non particolarmente penetrante. Sono d'indole generalmente timida, ma i maschi diventano battaglieri e talvolta furiosi contro i loro rivali all'epoca degli amori. I cervi sono oggetto d'apprezzatissima caccia, sapientemente regolata e combinata con silvicoltura razionale in alcune nazioni, di modo che il loro numero si mantiene alto e i loro pregi specifici e di razza sono con successo curati, anche in paesi a popolazione umana fittissima. La carne è ottima, la pelle e il cuoio buoni, l'osso dei palchi è atto a lavorazione industriale ed artistica.
Nel gruppo dei Telemetacarpali si distinguono le sottofamiglie: dei Pudu, dei Cervi americani, delle Renne, degli Idropoti, dei Caprioli e delle Alci. Al gruppo dei Plesiometacarpali appartengono le sottofamiglie dei Cervuli e dei Cervi. Si trattano separatamente le singole voci e qui, soltanto, si ricordano i Cervi americani e il Cervo.
Cervi americani (lat. Odocoileinae Pocock 1923; fr. Odocoilées; ted. amerikanische Hirsche; ingl. American Deer). - In questa sottofamiglia in cui le corna sono presenti nel maschio soltanto, si distinguono i generi seguenti: 1. Odocelo o Cariaco (Odocoileus Rafin. 1832: v. tav. CCXXIX); 2. Blastocero (Blastocerus Wagner 1844; Dorcelaphus Glogei 1841: v. tav. CCXXIX); 3. Ippocamelo (Hippocamelus Leuckart 1816); 4. Mazama (Mazama Raf. 1817).
Cervi (lat. Cervinae Pocock 1910). - Comprendono i generi seguenti:
1. Daino (lat. Dama Frisch 1875; fr. daim; sp. gamo; ted. Damhirsch; ingl. fallow deer). Vive nella regione mediterranea e in Persia, ed è stato introdotto nell'Europa centrale e occidentale. In Sardegna è indigena e selvatica la specie tipica Dama dama L. (v. tav. CCXXIX).
2. Rusa (lat. Rusa Smith 1827) che vive in India e nelle isole adiacenti. Rammentiamo l'Axis o Cital (Rusa axis axis Erxl.: v. tav. CCXXIX); l'Ielabo (R. Hyelaphus porcinus Zimm.); il Sambar (R. unicolor unicolor Bechst. [R. Aristotelis Cuv.]); la Rusa equina (R. unicolor equina Cuv.).
3. Sika (lat. Sika Sclater 1870; Pseudaxis Gray 1872: v. tav. CCXXIX) con nove specie e sottospecie nel Giappone Formosa. Manciuria, ecc.
4. Rucervo (Rucervus Hodgs., 1828). La Panolia o Tameng (Rucervus eldi eldi Gu̇thrie), con corna lirate, vive nell'India Ulteriore (v. tav. CCXXIX); il Barasinga (R. duvauceli Cuv.) nelle pianure paludose dell'India.
5. Cervo (Cervus L. 1758). Altezza di spalla da 1 m. a 1,60. Coda corta. Palchi generalmente alti, con pugnali, occhiale, invernino e mezzano. Colorazione uniforme nell'adulto, macchiata nel giovane. In 25 specie e sottospecie in Europa e Africa settentrionale, Asia a sud del Himālaya, America Settentrionale. In Sardegna vive, indigeno e selvatico, il Cervo (Cervus elaphus corsicanus Erxl.), forma insulare del Cervo nobile (Cervus elaphus L.), con una bella corona terminale dei palchi. Nel Caucaso, Asia Minore e Persia settentrionale si trova il grande Maral (Cervus elaphus maral Og.), in America il massimo Vapiti, senza corona; nel Cashmir il robusto Hangul (Cervus hanglu Wagner).
6. Elafuro (Elaphurus M. Edwards 1866). D'incerta patria (Cashgar?), l'unica specie di questo genere, il Milu (Elaphurus davidianus Edwards), viveva fino al 1900 nel parco del palazzo imperiale d'estate a Pechino. La conservazione di questo aberrante e interessantissimo genere è merito del duca di Bedford, che ne custodisce un branco a Woburn Abbe!-.
V. tav. CCXXX.
Bibl.: Müller e Schleger, Nat. Gesch. Nederl. overz. Bezitt., 1844; Burmeister, Tiere Brasiliens, 1854; Milne Edwards, in Arch. Mus. Paris, V (1866), p. 380; VII (1871); Fitzinger, in Sitzungsber. Akad. Wissensch. Wien, LXVIII (1873); LXIX (1874); LXX (1874); LXXVIII (1878); LXXIX (1879); Canton, Antelope and Deer of America, 1877 e 1881; Brooke, in Proc. Zool. Soc., 1878; Lydekker, The Deer of all lands, 1898; Elliot, in Field Columb. Mus. Zool., IV, i (1904); Mearns, in Un. St. Nat. Mus. Bull., LVI (1907); Pocock in Proc. Zool. Soc., 1910; A. Ghigi, in Natura, Milano, VIII (1917); Mohr, in Arch. Naturgesch., LXXXIV (1918); Pocock, in Proc. Zool. Soc., 1923.