cervicoartrosi
Artrosi del tratto cervicale della colonna vertebrale. Per la sua diffusione e la rilevanza anche sociale (condizionamento dell’autonomia personale, invalidità temporanea al lavoro), la c. è una malattia che richiede grandi risorse sanitarie in tutto il mondo.
La c. coinvolge i dischi intervertebrali, le articolazioni posteriori e quelle interapofisiarie, i legamenti paraspinali; la localizzazione particolare provoca conseguenze anche a livello di altri organi vicini: i nervi che si dirigono verso le braccia possono essere compressi dalla riduzione degli spazi discali o dalla formazione di protuberanze ossee (osteofiti) compensatorie; il canale midollare può restringersi per fenomeni fibrosi, innescati dall’artrosi vertebrale. Le prime due vertebre cervicali (atlante ed epistrofeo), che servono all’articolazione con il cranio, possono talvolta saldarsi fra loro.
I forami intervetebrali interessati dalla c. si possono restringere al punto da dare fenomeni compressivi non solo sui nervi cervicali, ma anche sui vasi arteriosi e venosi che si dirigono verso gli arti superiori, il collo, e soprattutto il cranio. L’insufficienza circolatoria che ne deriva, seppure non grave quanto quella di origine endovasale, è di tipo funzionale e dipende in gran parte dalla postura e dai movimenti del collo.
La c. provoca dolori, parestesie, limitazioni funzionali, disturbi circolatori e neurovegetativi. I dolori sono tipicamente posteriori (dall’occipite verso il basso), o laterali (se corrispondono anatomicamente a osteofiti marginali). Le parestesie, rare nel territorio del cranio, riguardano specialmente gli arti superiori, per compressione cronica o temporanea del plesso brachiale. Le limitazioni funzionali della mobilità interessano i movimenti di estensione-flessione, di lateralità, di torsione del collo e, talvolta, quelli delle braccia. La c. può causare vertigini soggettive da postura, per deficit momentaneo del flusso vertebrale, pseudo-lipotimia, manifestazioni vagali varie.
La c. si diagnostica soprattutto con l’esame radiologico, che è importante per evidenziare la presenza di osteofiti responsabili di dolori o parestesie, la degenerazione o la scomparsa dei dischi intervertebrali, eventuali calcificazioni legamentose. La RMN e la TAC sono indispensabili in casi particolari, spec. per lo studio del canale midollare.
Le cure farmacologiche sono volte alla sedazione del dolore e della rigidità muscolare e, se esistono, al controllo delle vertigini e delle parestesie. La fisiochinesiterapia si deve attuare, per la c., con estrema prudenza, perché se fatta in modo incauto può scatenare sindrome vertiginosa o lipotimie riflesse. Una correzione della postura è sempre utile per il controllo delle contratture muscolari dolorose riflesse: i vizi posturali perpetuano a loro volta i sintomi da cervicoartrosi.