certificazione di qualita
certificazióne di qualità locuz. sost. f. – Certificazione di terza parte, a seguito della verifica di procedure e di attività di analisi e prove, che fornisce a un acquirente la possibilità di verificare la conformità di un prodotto (o servizio) rispetto a requisiti prefissati. Le certificazioni possono distinguersi in obbligatorie, regolamentate e volontarie. La certificazione è obbligatoria laddove sia imposta per legge, come, per fare un esempio, nella marcatura CE che viene obbligatoriamente richiesta per le tipologie di prodotti elencati in apposite direttive europee, recepite nella legislazione nazionale. In questi casi il prodotto può essere immesso in commercio solo se il fabbricante ha espletato e completato l'iter di certificazione, il cui esito positivo viene reso evidente al consumatore dall'apposizione del marchio CE sul prodotto. Per le certificazioni obbligatorie, la legge stabilisce i requisiti dei prodotti e dei processi che saranno oggetto di esame come pure di certificazione, le procedure di valutazione da applicare e, infine, i requisiti di cui devono essere in possesso gli organismi di certificazione (organismi che possono operare solo in presenza di una specifica autorizzazione rilasciata da parte dei competenti organi della pubblica amministrazione). Le certificazioni regolamentate, come, per es., il marchio DOC per i vini o le certificazioni che attestano l'impiego di tecniche di agricoltura biologica, non costituiscono un obbligo per i produttori, ma, al pari di quelle obbligatorie, sono rilasciate a fronte di requisiti stabiliti per legge; anche in questo caso gli organismi di certificazione devono essere autorizzati dalla pubblica amministrazione. Una certificazione si può considerare completamente volontaria quando sia i requisiti del prodotto o processo, sia la procedura di certificazione non sono imposti dalla legge, e quando l'organismo che rilascia tale certificazione non necessiti di alcuna specifica autorizzazione per poter operare. Tuttavia, il carattere di pura volontarietà di questa condizione è snaturato, almeno in parte, da alcuni aspetti economici: sempre più spesso il possesso di una certificazione volontaria - in particolare, le certificazioni per i sistemi di gestione della qualità ISO 9000 e/o ISO 14000 (v. certificazione ambientale) - viene inserito tra i requisiti previsti nelle gare d'appalto bandite dalla pubblica amministrazione; inoltre, è molto frequente il caso in cui contributi economici siano erogati dalla pubblica amministrazione alle aziende per favorirne l'ottenimento. Oltre alla certificazione dei sistemi di gestione, si è registrata la nascita, nel settore volontario, di numerose nuove certificazioni di prodotto (nei settori agroalimentare, della ceramica, del legno, dei materiali per l'edilizia, ecc.) che sono andate ad affiancare quelle tradizionalmente esistenti nei settori elettrico e meccanico. La certificazione di prodotto che è resa evidente al consumatore mediante l'apposizione di un marchio di conformità sul prodotto stesso, viene effettuata da organismi di certificazione a seguito di prove, analisi e collaudi effettuati sul prodotto finito e/o sulle materie prime e semilavorati; ispezioni degli impianti di produzione e verifica dei sistemi di controllo qualità del produttore. Vi sono già diversi casi in cui le metodologie della certificazione di prodotto, opportunamente adattate, sono state applicate alla certificazione di alcuni servizi (per es., nel caso dei corsi di formazione o dei servizi di accompagnamento per disabili). La certificazione del personale, originariamente applicata ad alcune figure specifiche del settore metalmeccanico (saldatori, addetti alle prove non distruttive) o del settore della qualità (auditor dei sistemi di assicurazione qualità) si è estesa fino a coprire figure professionali quali: consulenti e auditor per i sistemi di gestione ambientale, della sicurezza sul lavoro, dell'igiene alimentare, della sicurezza informatica, ecc.; amministratori condominiali e immobiliari. La certificazione del personale, al pari delle altre certificazioni volontarie, non si sostituisce ai titoli di studio aventi valore legale, o alle abilitazioni rilasciate dagli ordini professionali o dalla pubblica amministrazione, ma rappresenta una forma di ulteriore dimostrazione, da parte dei soggetti che la conseguono, del possesso e del mantenimento nel tempo della capacità di svolgere determinate mansioni; la certificazione può essere mantenuta soltanto dai soggetti che continuino a svolgere le mansioni oggetto di certificazione (per es., per un certo numero di ore o giornate all'anno), e che partecipino con regolarità a corsi di aggiornamento appropriati. Il grande sviluppo delle varie forme di certificazione volontaria, e in particolare della certificazione ISO 9000, ha provocato negli ambiti professionali di competenza dubbi e perplessità sull'adeguatezza e sull'efficacia dell'operato degli organismi di certificazione. Ne risulta parimenti in discussione il livello di fiducia offerto ai clienti circa la conformità delle aziende, e dei loro prodotti e servizi, ai requisiti oggetto di certificazione. Va tenuto presente, in proposito, che le attività di verifica propedeutiche al rilascio di una certificazione, sia di sistema sia di prodotto, sono, salvo casi particolari, quasi sempre condotte sulla base di controlli a campione; non sarebbe altrimenti possibile contenere i costi delle attività di certificazione a un livello accettabile. Inoltre, in assenza di specifiche disposizioni legislative (come nel caso delle certificazioni obbligatorie o regolamentate), le modalità e la frequenza dei controlli sono liberamente stabilite dagli organismi di certificazione. Il proliferare delle certificazioni e delle società ed enti che le rilasciano (organismi di certificazione), ha creato condizioni di forte concorrenza e conseguentemente, la necessità, per gli organismi stessi, di contenere il più possibile i costi delle proprie attività.