CERTAME CORONARIO
. Con questo nome di sapore latino, foggiato da L. B. Alberti, i provveditori dell'università di Firenze indissero, a spese di Piero di Cosimo de' Medici e sull'esempio degli antichi ludi poetici o dei puys francesi e fiamminghi e dei concorsi tolosani e barcellonesi, una pubblica gara di poesia volgare sul tema "La vera amicizia". Scopo della gara era di promuovere l'affinamento del volgare e di mostrarne l'attitudine alla trattazione di ogni alto argomento. La festa ebbe luogo il 22 ottobre 1441, in Duomo. Furono otto i rimatori ammessi alla gara, e tra essi Leonardo Dati, che presentò una scena divisa in tre parti, due in versi foggiati sugli esametri latini, la terza in strofe saffiche, primo tentativo di riprodurre in volgare i metri classici. Alcuni esametri italiani, forse sostituiti nella recitazione ad altri del Dati, compose anche l'Alberti. Nessuno dei poeti fu premiato, e invero nessuno aveva detto qualche cosa di buono e di nuovo. Un secondo certame era indetto per l'anno dopo, con tema "l'Invidia", ma non se ne fece nulla.
I componimenti del certame sono pubblicati da A. Bonucci, in appendice al suo discorso Della vita e delle opere di L. B. Albarti, nel vol. I delle Opere Volgari dell'A., Firenze 1843.
Bibl.: F. Flamini, La lirica toscana del Rinascimento anteriore ai tempi del Magnifico, Pisa 1891, pp. 3-51; P. Rajna, Le origini del certame coronario, in Scritti varî di erudiz. e di critica in onore di R. Renier, Torino 1912, pp. 1027-1056.