CERTALDO (A. T., 24-25-26)
Terra cospicua della Toscana nella Val d'Elsa (prov. di Firenze), a 2 km. dalla riva destra del fiume e dal confine della provincia di Siena. Per la sua favorevole posizione nel mezzo di una valle ubertosa e fertile, Certaldo è andato notevolmente accrescendosi nell'ultimo secolo, tanto che la popolazione del suo comune (kmq. 75,45), che era di 6545 ab. nel 1861, salì nel 1921 a 10.548, dei quali 4000 vivono nel centro urbano. Questo comprende la parte antica adiacente al castello medievale e recinta di mura cadenti, e la nuova, civile borgata sviluppatasi nel piano presso la stazione ferroviaria. Questa è un importante centro agricolo, specialmente per la produzione di pregiati vini ed olî, con alcune lavorazioni industriali.
Monumenti. - Il paese vecchio conserva il caratteristico aspetto della borgata medievale con la struttura a mattoni, con le torri mozzate e si annida rossastro a monte, sovrastando la parte nuova e chiara sparsa nei dintorni della stazione. Il palazzo del Vicario, in origine forse abitazione degli Alberti, fu totalmente rifatto nel 1400, secondo il tipo medievale fiorentino, con la loggia esterna per i bandi e le sentenze. Sappiamo che in esso lavorarono varî artisti fiorentini fra cui il Gozzoli, che affrescò coi suoi scolari il vicino tabernacolo al ponte dell'Agliena. Oltre l'antica chiesa di S. Tommaso, è importante l'altra di S. Michele e Iacopo rimessa nelle sue linee ducentesche da pochi anni, perché in essa si conserva il sepolcreto della famiglia Boccaccio e un cenotafio di messer Giovanni scolpito dal Rustici. Due colline artificiali o tumuli fiancheggiano il paese e son dette Poggio del Boccaccio e Poggio delle Fate e, vicino a Porta del Sole si hanno mirabili tracce di fonti a tipo senese. Fra la Val d'Elsa e la Val di Pesa è lo storico castello di Lucardo, purtroppo profanato dalle infinite ricostruzioni.
Storia. - La prima testimonianza documentaria è nei diplomi di Federico I Barbarossa, del 1155 e del 1164, con cui vengono confermate al conte Alberto di Prato le giurisdizioni feudali del padre e del nonno. Sennonché l'esercizio di codeste giurisdizioni era contrastato agli Alberti dal comune di Firenze, interessato a sottomettere il contado; perciò il castello di Certaldo ritorna frequentemente nelle transazioni tra i conti e il Comune. In seguito alla disfatta del conte Alberto, nel 1184, questi s'impegnava a distruggerne le fortificazioni, e quando, nel 1198, aderiva alla lega guelfa, era costretto a lasciar libertà ai Fiorentini di sottometterli ogni volta che lo volessero.
Verso la fine del secolo XIII, Certaldo fu definitivamente sottomesso alla giurisdizione fiorentina. Da allora vi ebbe residenza un vicario per il comune, e dopo tre secoli quel vicariato divenne centro amministrativo della Val di Pesa e di parte della Val d'Elsa e del Valdarno. La storia locale non registra avvenimenti importanti a eccezione delle ruberie che vi fece l'esercito aragonese, nel 1479, nella guerra conseguente alla congiura dei Pazzi. Certaldo fu considerata dal Boccaccio come sua patria (v. boccaccio).
Bibl.: R. Pantini, Certaldo e S. Gemignano, Bergamo 1904; M. Cioni, La Valdelsa, Firenze 1911; P. Villari, I primi due secoli della storia di Firenze, Firenze 1894-98, voll. 2; Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze 1833.