CEREATAE MARIANAE
Antico centro nei pressi del torrente Amaseno Ernico in corrispondenza dell'area occupata dalla celebre badia benedettina di Casamari. Cereatae dapprima appartenne ad Arpino come κώμη (Plut., Mar., II 1) poi se ne distaccò amministrativamente assumendo il titolo di Marianae in ricordo del famoso concittadino C. Mario. Incerta è la data del distacco, da porsi comunque nel lasso di tempo compreso tra la morte di Cicerone e l'avvento di Augusto. In Strabone (V, 3, 10) compare, infatti, come città autonoma. Il centro, che ebbe in dotazione presumibilmente l'intero settore occidentale del territorio arpinate (Boville Ernica, Castelliri, Fontana Liri, Monte S. Giovanni, Campano, Strangolagalli), fu incluso nella tribù Cornelia, la stessa di Arpino, e amministrato da duoviri. Non è certo se Druso Maggiore vi deducesse o meno una colonia (Lib. col., p. 233 Lachmann).
Numerosi sono i resti dell'abitato romano, nel cui ambito fu eretta la badia (sec. XI) che le stesse fonti medievali pongono sul tempio dedicato a Marte. Tra le testimonianze archeologiche vanno menzionate le strutture, in opera quadrata, di un ponte a una sola arcata, posto sull'Amaseno e restaurato in età imperiale, un tratto di strada basolata e un mosaico con ornato geometrico (rombi) in bianco e nero. Considerevoli i ritrovamenti epigrafici che hanno consentito di ubicare con sicurezza il centro, nel quale vi era anche un tempio dedicato a Serapide, nonché di riconoscere nel forum la presenza di statue onorarie. La base di quella dedicata a Mario si conserva attualmente ad Arpino nel Palazzo Cardelli.
Per quanto riguarda la rete viaria, importanti lavori di restauro sono attestati epigraficamente in CIL, X, 5688.
Il territorio era punteggiato di villae rusticae legate all'abbondante produzione agricola, tra le quali sono da ricordare quelle nelle località Pagliaro Murato (Veroli) e S. Lorenzo (Castelliri) per i considerevoli tratti di muri in opus incertum.
C. M. non ha restituito, al momento, costruzioni funerarie monumentali, ma sepolcreti con semplici tombe a cappuccina dalle tegole non di rado bollate. Fa eccezione un rilievo funebre con coppia di gladiatori proveniente da Castelliri.
Il territorio fu abitato anche in epoca preistorica e protostorica. Al VII sec. a.C. sembra risalire la frequentazione del santuario in località Antera (Veroli) noto soprattutto per i doni votivi di III-II sec. a.C. Nella stessa area si installò, nel V sec. d.C., una struttura cultuale cristiana a cui va riferita una lucerna di età costantiniana, con cristogramma, rinvenuta in situ. Chiare radici italiche presenta il santuario rupestre sito sulla sommità di un monte in località Pozzo Favito (Veroli), dedicato a Iuppiter Atratus e agli Dei Indigetes. Oltre a un trono scavato nella roccia, ben conservato, il complesso sacro comprendeva la porticus, la aedicula e la base ricordate nell'iscrizione CIL, X, 5779 che la datazione consolare colloca nell'anno 4 a.C.
A Boville Ernica, sulla collina denominata Monte del Fico, si conserva un lungo tratto di muro in opera poligonale (m 70 x 35) e all'interno, parte di un podio costruito con la stessa tecnica. Nelle vicinanze di quest'ultimo sono tornati alla luce numerosi oggetti votivi databili al III-II sec. a.C., e un'iscrizione (I sec. a.C.) che fa riferimento a un'opera pubblica, non identificabile, voluta dal Senato arpínate quando C. M. era ancora inclusa nel territorio di Arpino. Incerta è la vera funzione del citato muro poligonale: basis di una villa o di un santuario, oppure cinta muraria. L'identificazione con Satricum (H. Philipp, in RE, s. II, II A, 1923, c. 189 s., s.v.) è ipotetica.
Presso Rio S. Lucio, si ergono le sostruzioni, in opus caementicium, di una villa romana dalla cui area proviene un sarcofago paleocristiano ora nella chiesa di S. Pietro Ispano a Boville; raffigura i tre giovani ebrei nella fornace e l'arrivo dei Magi.
Il territorio di Fontana Liri ha restituito una bella ara marmorea ornata con bucrani, ghirlande e oggetti del culto isiaco; quello di Strangolagalli iscrizioni funerarie e onorarie oltre a oggetti votivi e fregi funerari.
Museo di Casamari. - Il complesso abbaziale di Casa mari ospita un piccolo museo con annesso lapidario. Tra i materiali conservati vi sono gli oggetti votivi della stipe di Antera, statue provenienti in maggioranza da Pagliaro Murato, varí bolli figulini e un piccolo monetiere. Le ceramiche daunie conservate nel museo non sono di provenienza locale ma sono state qui trasportate dal monastero benedettino di Latiano (Brindisi).
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