CERDO (Cerdo)
È il più caratteristico del gruppo di artefici di vasi aretini (gli altri: Nicephorus, Pilemo) che da lui prende il nome, alle dipendenze di Perennius (v.). La sua attività inizia verso il 25 a. C. Appartiene perciò al momento più antico della produzione di vasi aretini. Poiché nessun prodotto con la firma di C. è stato trovato in Renania, mentre se ne trovano in Gallia, si ritiene che la sua attività dev'esser terminata prima del 16 a. C., anno dopo il quale risalgono i più antichi ritrovamenti di ceramica aretina in Renania (Neusz). I suoi vasi si distinguono per la finezza della decorazione: accanto a figure grandi, curate fin nei minimi particolari, subentra l'ornamento, al quale esse sono subordinate: dietro le figure festoni, tracciati a trattini a mano libera, con gran precisione, pendono da bucranî. Pure a mano libera sono disegnati le erbe e i fiori tra le figure. I soggetti preferiti da C. sono le danzatrici col kalathìskos, i genietti musicanti, i satiri che pigiano l'uva, sacrifici dionisiaci, il corteo di Eracle e Onfale sul carro tirato da centauri, le Muse (Pasqui, in Not. Scavi, 1884, p. 91), scene di simposio, giocatrici di astragali, scene di caccia, scheletri, ecc.
Bibl.: G. H. Chase, The Loeb Collection of Arretine Pottery, New York 1908, p. 39 ss.; K. Hähnle, Arretinische Reliefkeramik, Stoccarda 1915, p. 30 ss.; Dragendorff-Watzinger, Arretinische Reliefkeramik, Reutlingen 1948, p. 35 ss.; C. I. L., XI, 6700-337 e Addit.