cerchio
. Il sostantivo ha un alto numero di occorrenze (novanta), quasi tutte nella Commedia e nel Convivio; in VE II X 2 è riportato l'incipit della canzone-sestina Al poco giorno (Rime CI). La forma ‛ cerchietto ' (If XI 17), più che funzione di vero e proprio diminutivo, ha valore pregnante, equivalendo a " tre cerchi, simili nella struttura, ma più piccoli, a quelli già visitati " (Sapegno); in essa cioè è implicita un'idea, più che di dimensione, di paragone.
Il significato di " girone infernale ", " cerchio dell'Inferno ", anche se dal punto di vista etimologico non è primario, per il gran numero di occorrenze (e non solo in Inferno) può essere considerato per primo. Il Limbo è il primo cerchio che l'abisso cigne (If IV 24), il cerchio superno di XII 39; il cerchio primaio, contrapposto al secondo, che men loco cinghia (V 1); si passa poi al terzo cerchio, de la piova / etterna, maladetta... (VI 7). Ben quattro volte il nome compare nel settimo canto, ed efficacemente mette in risalto la condanna degli avari e prodighi, che vanno avanti e indietro per lo... mezzo cerchio (VII 35), continuamente tornando per lo cerchio tetro / ... a l'opposito punto (v. 31); arrivano così a' due punti del cerchio / dove colpa contraria li dispaia (v. 44); la quarta occorrenza è al v. 100. Altre quattro volte il termine compare nel canto XI, quando Virgilio spiega a D. la suddivisione del basso Inferno in tre cerchietti (v. 17): Di violenti il primo cerchio è tutto (v. 28); nel cerchio secondo s'annida / ipocresia, lusinghe... (v. 57), nel cerchio minore... / qualunque trade in etterno è consunto (v. 64). E così il termine segue quasi passo passo la discesa di D. per tutt'i cerchi de lo 'nferno scuri (XXV 13), fino al cerchio di Giuda (IX 27). Altre occorrenze con questo significato: If VIII 129, XIV 127, XVII 44. Due volte il termine ha questo valore nel Purgatorio (I 78 e VII 22).
Analogamente, nel Purgatorio, il sostantivo assume il significato di " cornice ", " girone del Purgatorio ", in quanto anche il monte della purificazione è suddiviso in diversi piani di forma circolare: XVII 137 sovr'a noi si piange per tre cerchi, e XXII 92 questa tepidezza il quarto cerchio / cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo; in quest'ultimo passo non si può non vedere il valore stilistico dell'insistenza cerchio-cerchiar, che descrive l'angoscia dell'anima penitente che non può salire il monte ed è costretta a girare per la quarta cornice.
Infine, più spesso nel Paradiso, ma anche in Inferno e in Purgatorio, il termine può valere " cielo ", " cerchio celeste "; in questo senso assume una connotazione non più statica ma dinamica poiché, come si sa, i cieli del Paradiso roteano in ampi e veloci giri: cfr. If II 78, Pg XI 108, Pd XXVII 144 (cerchi superni) e XXVIII 64 (cerchi corporai... ampi e arti).
Breve è il trapasso semantico da questo significato a quello per cui c. vale " movimento di un cielo ", " movimento di rotazione di una sfera celeste ", " orbita di un astro attorno alla terra ": cfr. Pg XXVIII 105, Cv II II 1, III 5 (due volte), XIII 28 e 29, IV XXIII 6. Si passa così all'uso astronomico del termine, che trova numerosi esempi nell'opera dantesca, ma particolarmente nel Convivio. Vale " meridiano celeste ", " cerchio massimo ", in Pg IV 79 ('l mezzo cerchio del moto superno / che si chiama Equatore è " il circolo di mezzo del cielo cristallino, circolo che in astronomia è detto Equatore ", Casini-Barbi), e in Cv III V 8 (due volte) 13, 14 (due volte) e 20; in Cv II III 13 è meglio specificato che, secondo Tolomeo, tutti i cieli hanno un cerchio, che si può chiamare equatore ...E questo cerchio celeste ha più rattezza nel muovere che alcuna parte del suo cielo (la parte del cielo più vicino a essa è più nobile, e così le stelle sono più piene di vertù quanto più vicine a questo cerchio, all'equatore celeste (§ 15). E in sul dosso di questo cerchio... è una speretta... lo cerchio de la quale è l'epiciclo, ossia il c. minore che ha il suo centro sul c. equatoriale (cerchio equatore) del cielo; e in su l'arco... di questo cerchio gira la stella che dà nome al cielo (§ 16).
Sempré nel linguaggio astronomico, c. può significare " il meridiano zenitale ", la linea immaginaria lungo la quale il sole appare allo zenit (Pg XXV 2 e XXXIII 104, Cv IV XXVI 10; si noti che, al contrario, in Pg II 2 il meridian cerchio non ha questo significato, ma indica " 'il c. meridiano dell'orizzonte del Purgatorio ", ovvero il c. massimo terrestre che passa su Gerusalemme col suo più alto punto [v. 3], e sul Purgatorio col suo più basso; cfr. Porena), oppure indica la striscia di stelle che formano la Via Lattea, quello bianco cerchio che lo vulgo chiama la Via di Sa' Iacopo (Cv II XIV 1), o lo Zodiaco, con le dodici costellazioni: l'oblico cerchio che i pianeti porta di Pd X 14 (e cfr. Cv III V 13). In Pd I 39, infine, i quattro cerchi sono l'eclittica, l'equatore, il coluro equinoziale e l'orizzonte (anche qui, cfr. Porena).
Il termine ha un uso analogo nel linguaggio della geografia, quando cioè è usato da D. per significare un " cerchio massimo terrestre " (Cv III V 11 e 12, due volte) o il " tropico del cancro " (lo cerchio dove sono li Garamanti, § 18). Spesso poi il sostantivo fa parte del linguaggio tecnico della matematica e della geometria e viene usato a indicare la " figura del c. ", la " circonferenza ", come in Cv II XIII 26 (tre volte) e 27 (due volte): in uno di questi luoghi, tuttavia, D. precisa che si può definire ‛ cerchio ' largamente ogni ritondo, o corpo o superficie, sicché si può affermare, parlando in generale, che lo cerchio è perfettissima figura (§ 26); stesso uso, stesso significato, in Pd XIII 101 e XXXIII 134. Con riferimento alla natura è l'immagine di Pd XIV 1 Dal centro al cerchio, e si dal cerchio al centro / movesi l'acqua, in cui c. vale " bordo circolare ", " orlo " di un vaso, o comunque di una superficie d'acqua. Più che essere termine tecnico della meccanica, deriverà dal linguaggio degli artigiani il sostantivo c. in un passo come Pd XXIV 13, ove i cerchi in tempra d'oriuoli sono le " ruote nel meccanismo di un orologio (cfr. Par., X, 139 ss.) " (Sapegno).
Le altre occorrenze ci presentano traslati sempre più lontani dall'uso proprio, e sono particolarmente numerose nel Paradiso. In Pd XVI 125 c. equivale a " cerchia di mura ", " cinta muraria " (v. anche CERCHIA): il picciol cerchio indica la ristretta cinta medievale della Firenze di Cacciaguida. In cinque versi del canto XXVIII c. vale " coro angelico ", in quanto visto come giro di luce attorno alla Madonna: vv. 25, 43, 72, 90 e 98; si noti che i c. angelici non sono solo in forma circolare attorno a un centro, ma anche girano vorticosamente attorno ad esso: quindi siamo di nuovo di fronte a c. usato in senso dinamico.
Analogamente il sostantivo può essere usato a descrivere un " c. di anime " nella candida rosa (XXXI 115); o indica le due concentriche corone di santi che appaiono nel cielo del Sole (XI 14, XIV 23 e 35). Il c. è infine la figura che compare a D. come ultima, ineffabile visione, simbolo del mistero dell'unità e trinità di Dio, e dell'incarnazione di Cristo (Pd XXXIII 138).
Anche nelle Rime abbiamo dei traslati, fra i quali il più notevole, perché poeticamente assai espressivo, è quello di CI 1 Al poco giorno e al gran cerchio d'ombra / son giunto, ove domina l'immagine dell'ombra notturna che avanza da ogni parte, quasi a sommergere il poeta, mentre gli ultimi lembi di luce si dileguano. Riguardo agli altri passi, il cerchio che cinge e di là su ne riga (CVI 93) è non tanto il " cielo ", quanto l'" influsso " da esso esercitato su di noi, e che limita (riga) le nostre azioni. In CXI 9, infine, l'espressione nel cerchio de la sua palestra (riferita al libero arbitrio) vale " nell'ambito della sua giurisdizione " (Pazzaglia), " nell'ambito in cui esso esercita la sua potenza " (Del Monte).
Restano da esaminare i pochi luoghi in cui il termine non sembra avere un significato autonomo e assume valore di locuzione avverbiale, oppure, unito a verbi come ‛ fare ' e ‛ comprendere ', equivale a " circondare ". Esempi di locuzioni avverbiali si hanno in If XI 2, Pg XXXII 97 e Pd XII 5, ove in cerchio o di cerchio valgono " circolarmente ", " intorno ", " in forma circolare ", " a mo' di c. " (e cfr. Pd XXIII 95 una facella, / formata in cerchio a guisa di corona). In Pd XX 43 cinque... mi fan cerchio per ciglio, vuol dire: " cinque anime mi circondano l'occhio formando il mio ciglio " (è l'aquila divina che parla); in XXVII 112 Luce e amor d'un cerchio lui [il cielo] comprende, vale: " il Primo Mobile è circondato non da un altro cielo, ma dall'Empireo, che è solo luce e amore ".