CEPRANO
. Paese del Lazio meridionale, presentemente aggregato alla provincia di Frosinone, situato sulla destra del Liri, su di un'ansa molto accentuata e alquanto incassata del fiume, che lambisce l'abitato da tre parti. Gli abitanti di Ceprano erano circa 1400 nel 1646, 2040 nel 1701, 3005 nel 1782, 2594 nel 1811 e 3410 nel 1853. Dopo la riunione del Lazio al regno d'Italia, la popolazione si accrebbe più rapidamente: 4538 ab. nel 1871; 6185 nel 1901 e 6808 nel 1921. Di questi peraltro solo 2368 abitano nel centro: il resto della popolazione è sparsa nel territorio comunale (kmq. 37,9), che comprende tutta la zona tra Liri e Sacco fino alla confluenza, e anche la piana a sinistra del Liri, tutte aree fertili con prevalenza di vigneti. Circa 3 km. a sud dell'abitato è la stazione ferroviaria della linea Roma-Cassino-Napoli.
Storia. - Ne abbiamo notizia già da tempi remoti, col nome di Fregellae, fortificazione occupata dai Volsci, che i Sanniti demolirono (circa 330 a. C.) aprendosi la via per la vallata del Sacco. L'anno 327 se ne impadronirono i Romani, e vi fondarono una piazza forte anche sulla sponda sinistra. Dopo essere, stata il centro di operazioni romane durante la seconda guerra Sannitica, raggiunse grande splendore nel sec. II a. C., allorché diventò una delle più cospicue città italiane dopo Roma e Capua. Durante il movimento graccano, l'anno 125 a. C., si pose a capo dell'agitazione per il pareggiamento dei diritti politici latini e italici. La città romana venne presa e rasa al suolo dal pretore L. Opimio; l'antichissimo abitato preromano si ridusse a un povero villaggio, che qualche secolo dopo cominciò ad essere designato col nome di Ceparianum, dal fondo della famiglia Ceparia.
L'importanza di Ceprano nel Medioevo non fu inferiore. In Ceprano convennero Gregorio VII e Roberto il Guiscardo per gli accordi intorno all'investitura del ducato di Puglia (29 giugno 1080), e vi si svolsero alcuni dei più importanti avvenimenti del conflitto tra gli Svevi e il papato. Sul ponte di Ceprano Manfredi rese al papa Innocenzo IV l'omaggio di rito, reggendo il freno della cavalcatura papale (1254); al passo di Ceprano venne tradito durante l'avanzata di Carlo d'Angiò; e finalmente al ponte di Ceprano fu oscuramente sepolto (1266). In considerazione della sua importanza strategica, Giulio II eresse a Ceprano importanti fortificazioni. Nel maggio del 1815 il Murat tentò invano di difendere il Regno sbarrando il passo di Ceprano, ove venne sconfitto.
Bibl.: G. Colasanti, Il passo di Ceprano sotto gli ultimi Hohenstaufen, in Archivio d. R. Soc. romana di st. patr., XXXV (1912), pp. 5-99; id., La sepoltura di Manfredi lungo il Liri, ibid., XLVII (1924), pp. 45-116.