Vedi CEO dell'anno: 1959 - 1994
CEO (v. vol. II, p. 479 e s 1970, p. 395 s.v. Keos)
L'isola ha continuato a essere oggetto di ricerche sistematiche da parte della missione americana operante nell'area nord-orientale con centro principale nel sito preistorico di Haghia Irini, per il quale è stata ricostruita una sequenza in otto fasi. L'attività di scavo sul terreno ha avuto termine nel 1976 e da allora sono stati pubblicati numerosi studi monografici.
L'inizio dell'occupazione umana nell'isola risale a una fase avanzata del Neolitico e i resti più cospicui di questo periodo sono localizzati nell'insediamento di Kephala. Essi rientrano in un orizzonte comunemente definito Cultura dell'Attica e di Kephala che viene ascritta al Neolitico Finale egeo. In un momento assai avanzato di questo periodo l'insediamento di Kephala viene abbandonato e si conoscono le prime scarsissime testimonianze di vita nel sito di Haghia Irini limitate a pochi frammenti ceramici in cavità della roccia di base (fase I). Dopo un intervallo corrispondente all'inizio dell'Età del Bronzo, il sito viene rioccupato dal Bronzo Antico II fino alle soglie dell'Età del Ferro, passando attraverso varie vicende di distrazioni e ricostruzioni.
La caratterizzazione culturale dell'isola nel Bronzo Antico (fasi II-III) risente sia dell'ambiente cicladico che di quello elladico differenziandosi però da ambedue. Questi tratti peculiari si ritrovano anche nell'Attica orientale e in Eubea: sembra pertanto che prosegua l'unità culturale di quest'area, già notata nel Neolitico, con funzione di collegamento fra l'ambiente insulare e quello peninsulare. Le motivazioni possono forse essere ricercate nella posizione intermedia dell'isola di C. fra il Laurion in Attica e l'isola di Kythnos, i cui depositi metalliferi vennero intensamente sfruttati dall'inizio dell'Età del Bronzo.
Alla fine del Bronzo Antico è stata individuata una fase di abbandono del sito, che venne rioccupato in un momento arcaico del Bronzo Medio (fase IV). Nella fase avanzata del Bronzo Medio, che presenta corrispondenze con il Medio Minoico II-III e con il Medio Elladico avanzato, vennero costruite le fortificazioni, e tutta l'area assunse un aspetto urbano e architettonico abbastanza complesso. Le suppellettili pertinenti a questo periodo e alla successiva fase VI (Tardo Minoico IA- Tardo Elladico I) testimoniano una notevole rete di connessioni esterne, in particolare con il mondo minoico.
I maggiori contatti con Creta risalgono al Tardo Minoico IB, ma contemporaneamente si intensificano anche i rapporti con la penisola greca e con la incipiente civiltà micenea (fase VII).
Alle fasi VI e VII risalgono la costruzione e l'uso della casa A, uno degli edifici più imponenti dal punto di vista architettonico, a pianta poligonale con numerosi ambienti probabilmente in parte a due piani, con tracce di affreschi e chiari riferimenti all'architettura minoica.
In un momento corrispondente all'incirca con la fine del Tardo Minoico IB, il sito fu completamente distrutto da un terremoto e, pur essendo oggetto di parziali ricostruzioni, perse molta della sua importanza.
I rinvenimenti più spettacolari sono i frammenti di oltre cinquanta grandi statue fittili rinvenute all'interno del tempio, adiacente alla casa A. Tali statue sono plasmate con argille locali e rappresentano figure femminili stanti in costume minoico. La maggior parte di esse sono due terzi del naturale ma esistono anche esemplari di maggiori dimensioni. Probabilmente dovevano essere situate in una posizione elevata (o al piano superiore) da dove caddero quando il tempio fu distrutto dal terremoto alla fine della fase VII.
La rioccupazione della fase VIII, corrispondente al Tardo Elladico III Α-C, si trova solo nell'area del tempio che fu ricostruito e rimase il principale centro di attività nei periodi tardi fino al Tardo Elladico III C, quando subì un'ulteriore distruzione. Nel tempio si è trovato anche materiale risalente al Protogeometrico con un intervallo di tempo rispetto al più recente materiale databile nel III C.
Le tombe identificate ad Haghia Irini sono raggruppabili nelle necropoli occidentale e orientale poste all'esterno dell'abitato. La prima, databile in un momento avanzato del Bronzo Medio, è composta da tombe di tipo vario (ciste, giare e tombe costruite) contenenti talvolta oggetti di pregevole fattura. La seconda inizia nel Bronzo Medio e prosegue nel Bronzo Recente. A quest'ultimo periodo, presumibilmente, risalgono alcune grandi tombe a tumulo e a camera costruita, quasi completamente depredate.
Pochi resti del Bronzo Recente sono stati identificati a Troullos, una collina a NO di Haghia. Irini, e resti di diversi periodi (dal Neolitico Finale al Bronzo Recente fino forse al Protogeometrico) sono stati raccolti sul promontorio di Sykamias. Lungo la strada fra Korissia e Vourkari è stata scavata una necropoli del periodo classico.
In anni molto recenti l'isola è stata oggetto di ricognizioni sistematiche di superficie che hanno portato a identificare pochi siti preistorici, una notevole quantità di siti arcaici e classici con carattere di piccole fattorie; si è osservato un probabile fenomeno di sinecismo nel periodo ellenistico con un aumento di popolazione ben definito nel periodo tardo-romano e bizantino.
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Ricognizioni: J. F. Cherry, J. L. Davis, The Keos Project: A Proposal, in D. R. Keller, D. W. Rupp (ed.), Archaeological Survey in the Mediterranean Area (BAR, 155), Oxford 1983, pp. 275-277; H. W. Catling, in ARepLondon, 30, 1983-84, p. 52 s.; 32, 1985-86, p. 74; 33, 1986-87, p. 45; 35, 1988-89, p. 89; H. Georgiou, N. Faraklas, in Ariadni, III, 1985, pp. 207-266.