CEO (ἡ Κέως, più tardi Κέα, Ceos e Cea; oggi volgarmente Tzía; A
T., 82-83). - La più occidentale delle isole Cicladi, è situata proprio di fronte al Capo Sunio, a soli 16 chilometri dalla stretta isoletta di Elena (Makrónēsos) stesa lungo la punta dell'Attica, sull'importante strada commerciale fra Malea e il Canale d'Oro. Raggiunge la massima altezza nell'Hágios Elías (568 m.) e misura una superficie di 103 kmq., sulla quale vivono 3300 ab. Il fertile territorio produce vino, miele, fichi e agrumi. Nella parte N. dell'isola è situato il capoluogo Ceo (Kéa: 3100 ab.). Ceo, considerata come una delle più fertili e ricche fra le Cicladi, prese parte attiva, per lo più seguendo la politica di Atene, alle vicende della storia ellenica, e ha dato nascita ai poeti Simonide e Racchilide. È a noi pervenuta una serie di leggende e di tradizioni connesse con l'isola e con le sue origini: fra tali tradizioni la più celebre è la costumanza dei vecchi dell'isola di togliersi a una certa età la vita bevendo la cicuta, per lasciare spazio nella ristretta patria alle giovani generazioni (cfr. la poesìa del Pascoli, I vecchi di Ceo). L'isola ha ospitato in antico quattro città, cioè, oltre a Iulide (v.), sul posto dell'attuale capoluogo, e a Cartea (v.), Coreso Κορησία, Coresus), l'antico porto di Iulide, presso l'odierno villaggio di Livádi, nella parte meridionale del porto dell'isola chiamato S. Nicola, e Poiassa (Ποίασσα, Ποίασσα, Ποίησσα, Ποιήσσα, ecc.. Poessa), nella località oggi chiamata Pisses, dove si conservano alcuni resti della cinta e della necropoli vicina, pur essa sulla costa occidentale. Le singole città, ad eccezione di Poiassa, hanno battuto moneta propria, secondo il sistema eginetico, fino da tempi assai antichi (fig. 1); soltanto nel II-I sec. a. C. troviamo monete coniate in comune da tutta l'isola (fig. 2).
Quattro navi deí Cei combatterono all'Artemisio e a Salamina. Nella prima lega delio-attica le città di Ceo aderirono, da principio pagando ciascuna un contributo separato, più tardi con un contributo unico, che da 4 talenti salì fino a 10 talenti per l'anno 425 a. C.; dopo Egospotami, l'isola fu occupata da una guarnigione spartana, ma nel 386 a. C. era di nuovo autonoma; le città di Ceo aderirono egualmente alla nuova Lega Attica, Poiassa spontaneamente, le altre forzate da Cabria; dopo un'occupazione macedonica del 200 a. C., l'isola fu lìberata dai Rodî; da M. Antonio, poi, l'isola fu donata agli Ateniesi. ln epoca bizantina Ceo apparteneva all'eparchia dell'Acaia; conquistata al principio del sec. XIII da avventurieri veneziani, una gran parte di essa al principio del sec. XV passò nelle mani dei Gozzadini, signori della vicina Fermenia, finché l'isola fu espugnata nel 1537 da Khair ed-dīn Barbarossa.
Bibl.: P. O. Brönsted, Reisen und Untersuchungen in Griechenland, Parigi 1826, p. 88 segg.; A. Meliarakis, Κραμνήματα περιγραϕικὰ τὴν Κυκλάδων νήσων, Atene 1880, p. 125 segg.; F. Halbherr, Iscrizioni di Keos, in Museo ital. di antichità classiche, I (1885), col. 191 segg.; A. Pridik, De Cei insulae rebus, Dorpat 1892; Savignoni, 'Αρχαιότητες τῆς Κέω, in 'Αρχ. Εψημερίς, 1898, col. 219 segg. I. N. Psyllas, ‛Ιστορία τῆς νήσου Κέας, Atene 1920; Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XI, col. 182 segg. Per le iscrizioni, vedi Inscr. Graecae, XII, fasc. 5, Berlino 1903-1909. Sulla storia medievale vedi G. Gerola, in Annuario d. Scuola di Atene, IV-V (1924), p. 181 segg.