CENTURIONE (lat. centurio; gr. ταξίαρχος)
Ufficiale subalterno dell'esercito romano che comandava di solito una delle 60 centurie della legione. Sotto la repubblica, venivano scelti, fra gli uomini di una certa anzianità dei tre ordini degli astati, principi e triarî (detti anche pili), venti per ogni ordine e in due riprese. I primi scelti (priores) comandavano la centuria di destra del manipolo, che era il posto di maggior responsabilità, e perciò l'intero manipolo; i secondi scelti (posteriores) comandavano la centuria di sinistra. Il centurione di grado più elevato era il primus (del 1° manipolo) pilus (triario) prior, detto anche senz'altro primus pilus o primipilus, che partecipava con gli ufficiali superiori al consiglio di guerra del generale; il meno elevato era il decimus hastatus posterior.
Nella legione ordinata a coorti della fine della repubblica e dell'impero, ogni coorte aveva sei centurioni, che conservarono i titoli del tempo dell'ordinamento manipolare; il pilus prior comandava l'intera coorte.
I centurioni non potevano nell'età repubblicana aspirare a grado più elevato del primipilato; ma già Augusto diede la possibilità ai centurioni più meritevoli di passare, di solito dal primipilato, attraverso la concessìone del rango equestre fatta dall'imperatore, ai gradi di ufficiale (militia equestris). Il soldo dei centurioni era sotto la repubblica il doppio di quello dei soldati; sotto l'impero molto più alto. I centurioni si distinguevano per l'armatura più ricca, e, almeno in una certa epoca sotto l'impero, per la transversa et argomentata crista dell'elmo, e portavano poi 13 vitis, un ceppo di vite per battere i soldati indisciplinati. Essi curavano la disciplina, l'amministrazione, l'istruzione e la condotta del reparto nel combattimento. Nel sec. IV furono sostituiti dal centenarius, dal ducenarius per la parte amministrativa e dal campidoctor per le funzioni tattiche.
Bibl.: J. Marquardt, Römische Staatsverwaltung, II, 2ª ed., Lipsia 1884, p. 370; R. Cagnat, in E. De Ruggiero, Dizionario epigrafico, II, i, 1892, p. 192 e in Daremberg e Saglio, Dict. des ant. gr. et rom., III, p. 1054; A. Domaszewski, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 1962 segg.; id., Die Rangordnung des römischen Heeres, in Bonner Jahrbücher, CXVII (1908), passim; Th. Wegeleben, Die Rangordnung der römischen Centurionen, Berlino 1913; H. Delbrück, Geschichte der Kriegskunst, I, 3ª ediz., Berlino 1920, spec. a p. 461; II, 3ª ed., ivi 1921, p. 174; A. Stein, Der römische Ritterstand, Monaco 1927, p. 135 seg.; G. Veith, in Kromayer-Veith, Heerwesen und Kriegführung der Griechen und Römer, Monaco 1928, pp. 217, 400, 514, 585. Per il costume cfr. anche L. Morpurgo, Bronzi romani inediti del museo delle Terme, in Memorie dei Lincei, s. 6ª, II, ii (1927), p. 228.