CENTURIONE
. Famiglia genovese che appare nella storia del sec. XIV, non come famiglia ma come Albergo (v.). Comprendeva esso, in origine, otto famiglie alle quali parecchie altre furono aggiunte con la riforma del 1528; ma tornò a comprendere le sole famiglie originarie, tutte ormai conosciute col nome comune, dopo la nuova rif0rma del 1576. Tra le famiglie che confluirono nell'Albergo Centurione più importanti furono i Zaccaria notevoli specialmente per imprese e possessi orientali, e presto estinti; gli Oltremarini, i Cantelli, i Becchignone e gli Scotto, originarî di Piacenza. Ai C. Cantelli appartiene quel Paolo, morto nel 1528, che fu cosmografo, viaggiatore e navigatore e che come intermediario in trattative tra Leone X e lo zar Basilio di Mosca compì un gran viaggio per la Russia all'India e propose, invano, nel 1522 al despota russo un progetto di strada commerciale per il trasporto delle merci dall'India al Caspio, allo scopo di sottrarre ai Portoghesi il monopolio della via alle-Indie.
Il ramo proveniente dai Becchignone ha dato personaggi molto importanti nella vita commerciale e politica, come Teramo e Martino suo figlio. Questi già nel 1469 aveva larghi commerci con la Spagna, ma l'azienda che egli amministrava a Valenza fallì. Per la sua conoscenza degli ambienti fu mandato in Spagna come consulente degli oratori della repubblica nelle trattative per la cessazione delle rappresaglie tra Genova e Napoli, e finì col restarvi solo a proseguirle nel 1519-20. Tornò ambasciatore ordinario presso Carlo V tra il 1523 e il 1526, cercando di resistere alle eccessive pretese fiscali dei rappresentanti dell'imperatore. L'Agostino processato per eresia e assolto al Concilio di Trento nel 1563 fu probabilmente figlio di Martino. A questo ramo appartennero suor Maria Teresa, morta sul principio del sec. XIV in fama di santità, Virginia, fondatrice di pie istituzioni, vedova di Gaspare Grimaldi Bracelli. Appartengono a questo ramo anche i quattro dogi biennali che la famiglia ha avuti: Giorgio (1621-23), Agostino (1650-52), Giambattista (1658-60) e Lorenzo (1715-17), dei quali il primo ebbe maggiore importanza; e alcuni capitani insigni, come Ippolito ammiraglio di Spagna e di Francia morto nel 1689.
Anche più importante è stato il ramo degli Oltremarini. Gio-vanni (probabilmente col cugino Francesco uno dei fondatori dell'Albergo Centurione) guidò per conto del doge Antoniotto Adorno, suo suocero, una spedizione a Tunisi nel 1380; Giulio fu . capitano di galere a Lepanto e Andrea governatore di Corsica nel 1575. Questa casa col commercio accumulò immense ricchezze, costituendo nel sec. XV un'azienda di eccezionale importanza per i suoi rapporti e le filiali nelle maggiori piazze d'Europa e per la parte avuta, soprattutto con Benedetto, in un periodo di gravissima crisi di cambî (nel 1447, quand'egli sostenne che per rimediare alla crisi si adottasse la valuta aurea), per le coraggiose iniziativc di penetrare in Africa, specialmente alla ricerca dell'oro, e di abbreviare la via alle Indie. Nello stesso anno in cui Paolo presentava la proposta per una strada terrestre all'India, Gaspare s'imbarcava alla volta dell'India occidentale con un poderoso macchinario per la lavorazione dello zucchero, ma da navi francesi era costretto a sbarcare a Le Hâvre e si stabiliva in Francia. Speciale importanza assunse il ramo che ebbe rapporti politici e commerciali con la Spagna e finì col fissarvisi. Adamo, ricchissimo banchiere, amico fidato e consigliere di Andrea Doria, suocero di suo nipote Giannettino che ne sposò la figlia Ginetta, sovventore frequente di Carlo V nelle costanti difficoltà finanziarie, acquistò il marchesato di Stepa e Monasterio in Spagna e nel 1543, da Girolamo Malaspina, Aulla con altre terre in Val di Magra, facendovi costruire la fortezza Brunella. Dal suo primogenito Marco derivò il solo ramo dei C. Oltremarini ancora sopravvivente, il ramo spagnolo dei marchesi di Stepa. Fu figlio di Marco quell'Alessandro che, arcivescovo di Genova, dopo cinque anni, nel 1596, rinunciò all'ufficìo per conflitti di precedenza e di cerimoniale col doge.
Il ramo dei Centurione Scotto ha avuto origine da Lodisio figlio di Barnaba Scotto e Isabella Centurione (probabilmente del ramo Becchignone) il quale nel 1453 entrò nell'Albergo. Questo Lodisio ha importanza, perché, devotissimo della regola di S. Francesco di Paola, ne introdusse a Genova l'ordine, ma più perché aveva a Lisbona un'azienda commerciale della quale fu agente a Madera Cristoforo Colombo, il quale con lui regolava alcune pendenze anche nel testamento del 1505. I suoi discendenti ebbero cariche importanti e vasti dominî; un Luigi (1597-1659) acquislò dai marchesi Malaspina il possesso di Campi in Val Trebbia col titolo marchionale; Carlo, suo secondogenito, ebbe dall'imperatore Ferdinando, nel 1654, con diritto di battere moneta, il titolo di conte palatino e di principe del Sacro Romano Impero, che i discendenti portano tuttora.
Bibl.: A. Olivieri, Monete e sigilli dei principi Centurione-Scotti, Genova 1862; Su Paolo C. Cantelli, v. A. Pescio, I grandi navigatori liguri, Roma 1913; su Agostino C. Becchignone, L. Carcereri, in Archivio trentino, 1906, pp. 65-99; su Virginia C. Bracelli, A. Centurione, Vita di V. C. B., Genova 1888; sull'altro Agostino, R. Soprani, Gli scrittori della Liguria, Genova 1667; su Benedetto e Lodisio, Ch. De La Roncière, la Découverte de l'Afrique au Moyen-âge, Cairo 1927, III, p. 27 segg. Sui quattro dogi, L. Levati, I dogi biennali, Genova 1930, parte I e II.