CENTURIATORI DI MAGDEBURGO
MAGDEBURGO Sotto il nome di Centurie di Magdeburgo è conosciuta una collezione di scritti (13 volumi in tutto), opera di protestanti tedeschi, sulla storia della chiesa, trattata per secoli; donde il nome di Centuriatori o Centurioni a coloro che vi hanno collaborato. L'idea di quest'opera, che costituisce la prima trattazione storica intomo alla chiesa fatta in ambiente protestante, venne a Mattia Vlacich, latinamente Flacius, il famoso sostenitore della tendenza rigida, entro il luteranesimo (v. flacio). Venuto a stridente contrasto con Melantone in seguito all'interimn di Augusta, il Flacius pensò, come a necessario mezzo di propaganda, anche alla ricostruzione, con proprî criterî, della storia della chiesa, seguendo in ciò, la tendenza, invalsa subito dopo la morte di Lutero, di combattere il cattolicesimo, oltre che nel campo religioso e dogmatico, anche in quello storico.
L'opera fu studiata ed attuata, almeno per le prime parti, a Magdeburgo, e da Magdeburgo essa ha preso il nome, anche se, dopo il quinto volume, fu elaborata altrove e diretta da Jena. Un piano rigoroso era stato preparato, alla cui base stava la ricerca, possibilmente diretta in tutta Europa, delle fonti: ciò che costituisce il maggior pregio scientifico di quei volumi. Il materiale raccolto veniva vagliato, elaborato ed illustrato da elementi più maturi ed addestrati. Flacio, poi ordinava, rivedeva, per secoli e volumi, il materiale stesso. Collaboratori principali furono Giovanni Wigand, Matteo Iudex, Basilio Faber, Andrea Corvino, Tommaso Holthuter. Ricerche moderne aggiungono anche il protestante Gaspare von Nydbruck, consigliere imperiale e capo della biblioteca di c0rte in Vienna, che avrebbe molto aiutato col consiglio, con la ricerca di libri e manoscritti, con numerose facilitazioni accordate. Secondo il piano originario, si doveva giungere sino all'epoca della Riforma: in realtà, si giunse solo al 1300. Tentativi ulteriori fallirono, anche per il venir meno, poi, di quei sussidî finanziari che avevano largamente prestato, in un primo tempo, principi e città di Germania, specialmente i ricchi borghesi di Augusta e Norimberga. La. prima edizione uscì in 13 volumi a Basilea, dal 1559 al 1574, sotto il titolo di Ecclesiastica Historia integram Ecclesiae ideam continens ecc.; una seconda edizione conparve, pure a Basilea, nel 1624; una terza a Norimberga, ma in soli sei volumi (che giungono al sec. V), nel 1757-65. Nello stesso sec. XVI, un estratto in 9 volumi ne aveva fatto l'Osiander (1592-1604) e, contemporaneamente alla 1ª edizione, era apparsa la traduzione in tedesco dei primi 4 volumi dell'edizione originaria (Jena 1560-65).
Naturalmente, il carattere polemico dell'opera è dovunque evidente; né il senso critico, riguardo all'impiego delle fonti, può dirsi molto forte. Tuttavia l'opera rappresentò, allora, un notevole ampliamento del concetto di storia. L'effetto politico fu grande. E l'opera del resto, non solo destò vivissimo interesse fra i protestanti con la sua tesi centrale che lo spirito evangelico, insito già nel primo cristianesimo, era stato restaurato da Lutero; ma produsse anche una salutare reazione nel campo cattolico, dando impulso, per opera di S. Filippo Neri, agli Annali del Baronio (v.), la cui maggiore compiutezza finì poi per mettere nell'ombra le Centurie come opera storica.
Prima che quella del Baronio, va qui anche ricordata l'energica ma incompiuta confutazione della Centuria, pubblicata in Germania nel 1571 e nel 1577 da Pietro Canisio.
Bibl.: J. Döllinger, Die Reformation, II, Ratisbona 1848; F. C. Baur, Die Epochen der kirchlichen Geschichtschreibung, Tubinga 1852; J. W. Schulte, Beiträge zur Entstehungsgeschichte der Magdeburger Centurien, Neisse 1877; Häusle, in Wetzer e Welte, Kirchenlexikon, III, pp. 7-11; Schaumkell, Beitrag zur Entstehungsgeschichte der Magdeburger Zenturien, Ludwigshausen 1898; W. Preger, Matthias Flacius Illyricus und seine Zeit, voll. 2, Erlangen 1859-61; Niemuller, Matthias Flacius und der flacianische Geist in der älteren protestantischen Kirchen historiogr., in Zeitschrift für katholische Theologie, 1888; F. Cabrol, in Rev. Bénédictine, XII (1905), p. 151 segg.; E. Fueter, Geschichte der neueren Historiographie, 2ª ed., Monaco-Berlino 1925, pp. 249-53; P. Tacchi Venturi, Storia della Comp. di Gesù, 2ª ed., I, i, Roma 1931, pp. 152-157.