CENTESIMO
. Moneta frazionaria, venuta in uso con l'adozione del sistema decimale; il franco francese e la lira italiana vennero divise in 100 parti uguali, ognuna delle quali, consistente come moneta effettiva in un dischetto di bronzo (95 parti di rame, 4 di stagno e 1 di zinco), del peso di un grammo, venne detta centesimo. Questa minima frazione monetaria è stata recentemente tolta dalla circolazione.
Apparve la prima volta in Italia nel 1804, in un progetto di monetazione per la Repubblica italiana a Milano; divenne effettivo con la monetazione del Regno italico. Fu coniata nelle zecche di Milano, Venezia e Bologna dal 1807 al 1813 e il popolo la chiamò pettinino per la forma della corona a sette punte. Si coniò anche la moneta di 3 cent. Il Piemonte ebbe sotto Carlo Felice nel 1826 il centesimo coi multipli da 3 e da 5, Carlo Alberto nel 1842 fece coniare il centesimo coi multipli da 3 e da 5 anche per la Sardegna. Agli albori del nuovo Regno d'Italia, il Governo provvisorio della Toscana fece coniare nella zecca di Birmingham il centesimo coi multipli da 2 e da 5, mentre a Bologna si faceva una ristampa dei conî di Carlo Felice per provvedere alla deficienza di moneta minuta. Dal 186i in avanti venne coniato con la testa del sovrano al dritto e il valore entro rami di alloro e di quercia al rovescio, tipo che venne variato soltanto nell'anno ottavo del regno di Vittorio Emanuele III quando venne posta al rovescio una rappresentazione simbolica dell'Italia in piedi su prora di nave; l'ultima emissione con questo tipo avvenne nel 1916.
Bibl.: Catalogo della raccolta numismatica Papadopoli-Aldobrandini compilato da G. Castellani, Venezia 1925, I, e II; Corpus Nummorum Italicorum, I, V, VIII, X, Roma 1910, 1915, 1917, 1927.