Vedi CENTCELLES dell'anno: 1959 - 1973
CENTCELLES
Località della Tarragona, a 1 km di distanza dal paese di Costanti, nei dintorni di Tarraco. Vi sorgono imponenti rovine del IV-V sec. d. C., soprattutto notevoli per i mosaici paleocristiani che ancora restano, frammentari; in una cupola.
L'area totale delle rovine misura all'incirca m 90 × 20, estendendosi da E a O. Consta di un blocco centrale, composto da due edifici tra loro comunicanti, ai cui lati, occidentale e orientale,si sviluppano i resti di altre costruzioni, tra cui gi riconoscono due ambienti absidati. Dei due edifici centrali, quello a O è una sala quadrata all'esterno, quadriloba all'interno, in origine coperta da una cupola, probabilmente impostata su pennacchi; quello a E, anche esso quadrato all'esterno, ma circolare all'interno, con quattro nicchie diametralmente opposte. Ne sussiste ancora la cupola, di m 10,60 di diametro, su cui sono appunto i mosaici. Questi sono suddivisi in tre zone concentriche: la più periferica, meglio conservata, svolge senza interruzioni una scena di caccia, ricca di figure; quella intermedia, maggiormente sviluppata in altezza, è divisa da colonne scannellate a spirale con capitelli ionici in quattordici riquadri di ineguale ampiezza. Lo stato di conservazione non permette di identificare con assoluta sicurezza il soggetto di ogni composizione, ma in generale dai frammenti superstiti si desume trattarsi di argomenti biblici. Infine, anche la zona più vicina al centro era spartita da pilastri in riquadri che contenevano scene a figure; attualmente si possono identificare appena quattro riquadri e i pochi frammenti superstiti di ognuno rendono assai difficile l'identificazione delle scene, che tuttavia sembrano riferirsi alle Stagioni. Nel cerchio al centro della cupola non vi è più alcuna traccia di decorazione.
L'edificio doveva essere un mausoleo di eccezionale splendore. E. Weigand e H. Schlunk hanno supposto, sottolineando anche la circostanza del nome Costanti dato al villaggio piu vicino, che si tratti della tomba di Costanzo I, che fu ucciso in Spagna nel 350 Per importanza, malgrado le gravi mutilazioni, e per le dimensioni il ciclo musivo è stato paragonato a quello di Santa Costanza a Roma, con cui, secondo il Camprubi Alemany, presenterebbe anche alcune affinità iconografiche (tutta la interpretazione cristiana dei mosaici di S. Costanza è però discussa: v. roma, S. Costanza).
Tra i soggetti biblici rappresentati, si notano: Daniele tra i leoni, l'arca di Noè durante il diluvio, i tre Fanciulli, Giona gettato al mostro marino e Giona sotto la cucurbitacea, Giobbe sul letamaio (?), Mosè fa scaturire l'acqua (?) e temi del Nuovo Testamento (visita dei magi, Buon Pastore [?]), un Orante. Il repertorio è cioè quello, ben noto, dell'arte sepolcrale paleocristiana e come scelta di temi per la decorazione della cupola di un mausoleo, fa pensare agli affreschi dei due mausolei con scene bibliche di el-Bagawat, in Egitto (IV sec.). In contrasto con la decorazione romana di S. Costanza è la asistematicità, rispetto all'architettura dell'edificio, della distribuzione delle scene, malgrado le spartizioni architettoniche.
Lo stile dei mosaici li fa datare verso la metà del IV sec. (Schlunk) e gli inizî del V (Camprubi). Nel caso che la datazione più antica fosse quella giusta, avremmo qui la più antica testimonianza monumentale di un ciclo comprendente insieme scene dei due Testamenti. Al di sotto dei mosaici sembra vi siano tracce di una più antica decorazione, a fresco. Purtroppo la insufficienza della documentazione fotografica e planimetrica non consente attualmente maggiore precisione nell'analisi di questo importante monumento.
Bibl.: J. Gudiol, Les primeres manfestaciones de l'art cristà en la provincia eclesiastica Tarragonina, in Analecta Sacra Tarragonensia, I, 1925, pp. 309-313; Dominech i Montaner, C., Baptisteri i celle mémoire de la primitiva eclesia metropolitana de Tarragona, Barcellona 1931 (pubblicazione in forma di libro della conferenza del 5 giugno 1923 apparsa in Discursos llegits en la Real Academia de Buenas Letras de Barcelona, Barcellona 1951); F. Camprubi, I mosaici paleocristiani di C., in Riv. di arch. crist., XIX, 1942, nn. 1-4, p. 87 ss.; E. Weigand, in Byz. Zeitschr., XLIII, 1950, p. 216 s. (discussione dell'articolo precedente); F. Camprubi Alemany, El monumento paleocristiano de C., Barcellona 1952; J. Sanchez Real, recens. al libro precedente, in Boletín Arqueológico, III, 1952, pp. 410-411; H. Schlunk, Arch. Funde in Spanien, in Arch. Anz., LXIX, 1954, c. 455 ss.