• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CENSURA

di Mino Argentieri - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
  • Condividi

CENSURA

Mino Argentieri

(IX, p. 741)

Cinema. − In ogni parte del mondo, sin dalle prime apparizioni, il cinema ha suscitato timori a causa del potere di suggestione che mostrava di possedere più di altri mass media: donde il ricorso a misure amministrative che tendevano, e ancora tendono, a subordinare la libertà espressiva al rispetto di alcune regole di comportamento, di norma sottoposte al controllo centrale dei ministeri competenti in materia. Sono esistite e sopravvivono varie forme di c. cinematografica: preventiva se applicata alle sceneggiature dei film prima che siano realizzati; a posteriori, se messa in atto quando l'opera cinematografica ha concluso la fase di realizzazione; di ritorno, se interviene a revisione del primitivo giudizio e in quanto dettata da circostanze particolari. In genere, il compito di controllare i film è assegnato a commissioni di c. variamente composte, i cui verdetti talvolta tengono conto dell'opportunità che un prodotto sia diffuso all'estero. Oltre quelle istituzionali e dirette, esistono anche manifestazioni indirette di c., quali le classificazioni morali dei film compiute da appositi centri che si ispirano alle autorità religiose. Effetti non trascurabili ha anche la cosiddetta c. di mercato, definizione con la quale si designa l'impedimento di fatto alla diffusione dei film in quanto considerati privi di requisiti commerciali dalle stesse case distributrici o dai gestori delle sale.

Il principio, su cui si fondano le istituzioni censorie, attiene alla pedagogia del non conoscere e comporta che la libertà di giudizio e di scelta dello spettatore anche se adulto debba essere protetta e, comunque, preventivamente limitata. I bersagli principali della c., pur variando a seconda dei regimi politici e dei tempi, sono i film contrari al buon costume e alla morale, le presunte offese alle istituzioni, alle Chiese e alle religioni, al prestigio nazionale, la crudeltà nei confronti degli uomini e degli animali, i soggetti che potrebbero turbare l'ordine pubblico e i rapporti internazionali. Per fare alcuni esempi, negli anni Trenta in Estonia venivano bocciati persino i film ritenuti privi di valore artistico; in Cina non si perdonavano i tentativi di modificare i costumi locali; ancor oggi, in Egitto e nelle nazioni musulmane, la raffigurazione del Profeta è ritenuta inopportuna.

Sesso, ideologie politiche, concezioni sociali sono i cardini dell'azione censoria, al di là della catalogazione dei film adatti ai minorenni. In Italia (vedi anche App. I, p. 432; II, i, p. 612; III, i, p. 388) la c. amministrativa fu istituita nel 1913 dal governo Giolitti su sollecitazione delle stesse categorie cinematografiche, ripetutamente soggette a sequestri ordinati dalle prefetture e a sentenze che mutavano da località a località. La casistica contemplata alla vigilia della prima guerra mondiale ricevette conferma nel 1919 e venne estesa dalla legge 24 settembre 1923, che sancì l'esame preventivo dei copioni. Profondamente antidemocratica, la legislazione del 1923 è rimasta in vigore sino al 1962, legittimando nel secondo dopoguerra e negli anni Cinquanta clamorosi interventi, d'indole moralistica e politica, a danno di alcune fra le più significative opere del neorealismo e di numerosi film stranieri. Le nuove norme legislative del 1962, circoscrivendo le competenze della c. amministrativa soltanto ai casi di offese al buon costume, hanno liberalizzato il settore. In reazione alla prudenza dei censori, alcuni magistrati hanno ripreso ad avvalersi della facoltà loro concessa di promuovere autonomamente azioni penali contro film anche se regolarmente approvati. Ne è derivato un clima di incertezza per i produttori, e la conseguente esigenza di ritoccare l'assetto legislativo vigente.

Le cinematografie nazionalizzate, più che sottoposte a controlli delegati a commissioni ministeriali, sono sottomesse a una forma di c. non regolamentata, che interviene − tramite le aziende produttrici o distributrici − per applicare le decisioni prese dai governanti in sede politica.

In nazioni come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Repubblica Federale Tedesca, è stato collaudato un sistema di autodisciplina voluto dagli stessi imprenditori cinematografici. Hollywood nel 1930 adottò il cosiddetto Codice Hays, rimasto in vita sino agli anni Sessanta e ideato da W. A. Hays (1879-1954), ex presidente del Partito repubblicano ed ex ministro delle Poste. Mettendo al bando ogni accenno, ritenuto sconveniente, alle tradizioni religiose, ai più scottanti problemi sociali, alle relazioni tra i sessi e all'uso di stupefacenti, il Codice Hays impose inizialmente soffocanti condizionamenti alla produzione statunitense, divenendo man mano sempre più elastico, sino a dissolversi del tutto. Un esperimento tra i più radicalmente innovativi è stato intrapreso in Danimarca, nel 1969, eliminando anche la c. contro la pornografia.

Bibl.: D. Tarantini, Processo allo spettacolo, Milano 1961; M. Argentieri, La censura nel cinema italiano, Roma 1974; W. H. Hays, Il codice di produzione, in Hollywood: lo ''studio system'', a cura di A. Aprà e V. Zagarrio, Venezia 1982; R. A. Inglis, Sviluppo e funzionamento dell'autoregolamentazione, ibidem.

Vedi anche
Libertà di riunione La libertà di riunione è uno dei diritti costituzionali garantiti nella Costituzione repubblicana all’art. 17. Essa è sancita, in linea di principio, in modo assoluto, con la sola limitazione che si tratti di riunioni pacifiche e senza armi. Per riunione pacifica si intende quella che non turbi l’ordine ... Governo Diritto Il Governo è un organo complesso posto al vertice dell’intero apparato amministrativo dello Stato ed è composto, secondo l’art. 92 Cost., dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri (Ministri. Diritto costituzionale), che, a loro volta, costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. ... pornografia Trattazione o rappresentazione (attraverso scritti, disegni, fotografie, film, spettacoli, video ecc.) di soggetti o immagini ritenuti osceni, fatta con lo scopo di stimolare eroticamente il lettore o lo spettatore. Se la letteratura e l’iconografia erotica sono presenti in molte culture e in ogni epoca, ... mass media Gli strumenti o i veicoli di divulgazione propri dell’industria culturale, come stampa, cinema, radio, televisione ecc. (➔ comunicazióni di massa).
Tag
  • REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA
  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • PARTITO REPUBBLICANO
  • GRAN BRETAGNA
  • PORNOGRAFIA
Altri risultati per CENSURA
  • CENSURA
    Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
    – La censura di Internet. L’auto censura. Censura e guerra. La libertà di stampa. Bibliografia Nel 21° sec. i tradizionali significati di c., legati soprattutto alla c. delle notizie di stampa e della corrispondenza, sono stati sempre più considerati in riferimento ai nuovi mezzi tecnici di comunicazione, ...
  • censura
    Dizionario di Storia (2010)
    Esame, da parte dell’autorità pubblica (c. politica) o dell’autorità ecclesiastica (c. ecclesiastica), degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare ecc., che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, ...
  • censura
    Enciclopedia on line
    Diritto Limitazione della libertà civile di espressione del pensiero, disposta per la tutela di un interesse pubblico e attuata mediante l’esame, da parte di un’autorità, di scritti o giornali da stamparsi, di manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, di opere teatrali o pellicole da rappresentare, ...
  • censura
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Marzia Ponso Limitazioni della libertà di espressione La censura è lo strumento di controllo con il quale il potere limita la libertà di espressione e la diffusione di informazioni, idee e opinioni, decidendo quali siano lecite e quali illecite. Scopo della censura è impedire che la stabilità dell'ordine ...
  • CENSURA
    Enciclopedia del Cinema (2003)
    Censura Mino Argentieri Giuliana Muscio Parte introduttiva di Mino Argentieri In ogni parte del mondo, sin dalle prime apparizioni, il cinema ha suscitato timori a causa del potere di suggestione che mostrava di possedere più di altri mass media: donde il ricorso a misure amministrative che tendevano, ...
  • Censura
    Enciclopedia delle scienze sociali (1991)
    Victor Zaslavsky Introduzione La censura è una forma di controllo sociale che limita la libertà di espressione e di accesso all'informazione, basata sul principio secondo cui determinate informazioni e le idee e le opinioni da esse generate possono minare la stabilità dell'ordine sociale, politico ...
  • CENSURA
    Enciclopedia Italiana (1931)
    La parola censura ha varî significati. Censura è una delle punizioni previste dal vigente stato giuridico nei riguardi di funzionarî impiegati ed agenti dello stato. Censura ecclesiastica è altresì la pena con la quale il fedele reo di grave fallo e contumace viene privato dell'uso di alcuni beni spirituali ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
censura
censura s. f. [dal lat. censura «ufficio di censore; giudizio, esame»]. – 1. Grado e dignità di censore (nella Roma antica), e tempo che durava la carica. 2. a. Esame, da parte dell’autorità pubblica (c. politica) o dell’autorità ecclesiastica...
censurare
censurare v. tr. [der. di censura]. – 1. a. Biasimare, riprendere: molti hanno censurato il tuo comportamento. b. Notare o criticare i difetti di un’opera: è più agevole il c. che il fare (Manzoni). 2. a. Sottoporre a censura, cioè al controllo...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali