cena
. Il vocabolo è sempre usato metaforicamente. Nell'occorrenza di Cv I I 18, in armonia con l'intendimento dantesco (intendo fare un generale convivio, § 11), il vocabolo, che fa parte di un insieme di metafore riguardanti ʽ il cenare ' e il ‛ cibo ', indica il nutrimento di sé che D. offre ai lettori, convitati alla lettura del trattato. E prima vivanda (II I 1, dove D. si prepara ad affrontare la nuova fatica con isperanza di dolce cammino e di salutevole porto e laudabile ne la fine de la... cena), sarà la discussione della prima canzone, così come ‛ mangiare ' è l'atto d'interpretare con profitto ciò che si legge.
In Pd XXIV 1 (0 sodalizio eletto a la gran cena / del benedetto Agnello) la metafora è non solo di origine evangelica, ma addirittura derivata dalla fusione del passo di Luca (14, 16 " Homo quidam fecit coenam magnam et vocavit multos ") con quello di Apoc. 19, 9 " Beati qui ad coenam nuptiarum Agni vocati sunt "; dal primo passo deriva l'immagine della gran cena, dal secondo quella dell'Agnello; il riferimento alla c. nuziale, che qui è sottinteso, risulta invece esplicito in Pg XXXII 75 e Pd XXX 135, dove tuttavia può connettersi anche con Matt. 22, 2 e con altri passi evangelici.
In ogni modo è interessante notare che, secondo l'interpretazione di Pietro e degli altri commentatori antichi, la c. non è qui in relazione con la c. della parabola di Luca, né rappresenta la simbolica c. dell'Apocalisse, bensì si riferisce alla mensa di Cristo, alla quale sedettero gli apostoli e che gli apostoli, in quanto membri della Chiesa di Dio, imbandirono (metaforicamente) per i cristiani, così come la Chiesa fa ora con tutti i fedeli. Ne consegue che il sodalizio eletto a la gran cena indica non tanto genericamente tutti i beati, ma particolarmente gli apostoli, ai quali dunque si rivolge l'invocazione di Beatrice. Anche in questo passo della Commedia si nota come dall'idea centrale della c. scaturiscano le altre metafore, dal vi ciba del v. 2, a preliba del v. 4 e mensa del v. 5, cui si aggiungono, per associazione di idee, le metafore del ‛ bere ' (bevete, v. 8; fonte, v. 9), pure di derivazione biblica (cfr. Apoc. 7, 15-17).