staminale tumorale, cellula
staminale tumorale, cèllula locuz. sost. f. – Cellula progenitrice della cellula cancerosa, necessaria per il mantenimento del tessuto tumorale. Le cellule staminali tumorali, o CSC (Cancer stem cells), sono così chiamate perché presentano caratteristiche simili a quele delle cellule staminali che si trovano in particolari nicchie di vari tessuti adulti sani e che ne assicurano il mantenimento, rimpiazzando le cellule che vanno perse. Le cellule progenitrici si replicano in maniera asimmetrica: generano due cellule, una delle quali rimane staminale mentre l'altra prolifera e si incanala lungo la via differenziativa del tessuto nel quale è localizzata. Anche se la loro costituzione genetica non è ancora stata studiata con chiarezza, le cellule staminali tumorali differiscono dalle cellule staminali dei tessuti normali probabilmente perché hanno mutazioni che contribuiscono alla loro tumorigenicità. Una conseguenza dell’esistenza di questo tipo cellulare è che le cellule all’interno del tumore non sono omogenee, ma costituiscono spesso uno spettro più o meno ampio di cellule a diversi stadi differenziativi e a volte con alterazioni genetiche diverse. Le cellule staminali tumorali sembrano essere responsabili delle recidive e delle metastasi, e per questo motivo rappresentano un importante target ai fini dello sviluppo di terapie antitumorali. Tuttavia, queste popolazioni di cellule all’interno del tumore possono avere una differente sensibilità alla chemioterapia, alla radioterapia e ad altri trattamenti, e questo rende difficile la loro totale eradicazione. In particolare, le cellule staminali tumorali sono resistenti ai consueti trattamenti chemio- e radioterapici e costituiscono un bersaglio molto importante per nuove terapie e farmaci, perché, se non eliminate, sono in grado di ricostituire il tumore.
Staminali e oncogeni. – Alla radice della malattia cancerosa vi è una miriade di oncogeni e soppressori tumorali che partecipano, con ruoli diversi, ai complessi circuiti che regolano la sopravvivenza, la crescita, il differenziamento e l’integrità del genoma. Le mutazioni che producono un’attività inappropriata degli oncogeni o che inattivano le barriere fisiologiche poste in atto dai soppressori tumorali possono perciò dare il via alla tumorigenesi. Le proteine Myc sono fattori di trascrizione la cui attività è alterata in circa il 70% di tutti i tumori. Oltre a essere coinvolta in altre funzioni, Myc è in grado di inibire il differenziamento e di promuovere la crescita delle cellule: una combinazione di funzioni che, se sregolata, può dare un contributo fondamentale all’insorgenza del cancro. Recentemente è stato messo in evidenza un ruolo cruciale di Myc nel mantenimento dei pool delle normali cellule staminali e nel loro differenziamento. Si pensa che, nella progressione tumorale, Myc favorisca la formazione di cellule iniziatrici del cancro che mantengono una certa plasticità di sviluppo, ma che differiscono dalle normali cellule staminali del tessuto dal quale deriva il tumore.