CELLAMARE, Antonio del Giudice, duca di Giovinazzo, principe di
Diplomatico, nato a Napoli nel 1657, morto a Siviglia nel 1733. Durante la guerra per la successione dì Spagna, prese parte alla battaglia di Luzzara (1702) e all'assedio di Gaeta (1707), dove fu fatto prigioniero. Liberato nel 1712, fu inviato come rappresentante del governo di Madrid alla corte di Luigi XIV; e nel 1715, quando alla morte di Luigi XIV la reggenza fu affidata al duca di Orléans il C. trasformò la sua casa in un ritrovo di tutti i nemici del nuovo governo. Nell'aprile del 1718, ad istigazione principale della duchessa del Maine, si cominciò a studiare il modo migliore per cacciare il reggente e il C. accettò, specie per le pressioni del marchese di Pompadour, a fare da tramite con la Spagna onde spingere Filippo V a far valere i suoi diritti sul trono di Francia. Questi, per mezzo del cardinale Alberoni, accettò di essere capo di quel minuscolo esercito, e si cominciarono a preparare proclami e inviti al popolo e al parlamento francese, da distribuirsi poi a tempo opportuno per far scoppiare la rivolta contro il reggente: sebbene il C., ed anche lo stesso Alberoni non avessero mai avuto troppa fiducia nel buon esito dell'affare. Infatti il ministro francese abate Dubois era perfettamente al corrente di tutte queste piccole manovre e, ai primi di dicembre 1718, quando vide che ormai le cose erano mature, fece arrestare i corrieri che portavano a Madrid i dispacci conclusivi. In seguito a ciò anche il C. fu imprigionato e condotto alle frontiere. La duchessa del Maine, il Pompadour e qualche altro dovettero abbandonare la patria, mentre un buon numero rimase in carcere e qualcuno anche fu decapitato. Il consiglio di Reggenza dichiarò guerra alla Spagna. Fu un pretesto, perché di fatto il Reggente già da tempo aveva deciso di troncare ogni pretesa di Filippo V. Furono i Francesi che dettero a questo avvenimento il nome pomposo di congiura di Cellamare; la storia non può prendere sul serio quella che il Lemontey chiamò "una cospirazione di grammatici".
Bibl.: Lemontey, Histoire de la Regence, I, Parigi 1832, p. 179 segg.; A. Baudrillart, Philippe V et le duc d'Orléans, II, Parigi 1898; E. Bourgeois, Le secret de Dubois, Parigi s. d., pp. 20-42.