Teologo (m. 431 circa); avvocato in Roma, aderì alle idee di Pelagio; profugo durante l'invasione gotica a Siracusa, quindi a Cartagine, cercò di esservi ordinato sacerdote, ma vi fu invece condannato (411); partì quindi per Efeso, ove fu ordinato, ma poi espulso, come anche, poco dopo, da Costantinopoli; tornò poi a Roma, sotto papa Zosimo; espulso dall'imperatore e condannato dal papa (418), visse in esilio, riapparendo anche a Roma (423) e a Costantinopoli (429). Restano di lui pochi scritti e il giudizio dei contemporanei, che gli attribuisce un posto importante nel movimento pelagiano.