SCHIAPARELLI, Celestino
Arabista, nato a Savigliano il 14 maggio 1841, morto a Roma il 26 ottobre 1919, fratello di Giovanni. Per rovesci di fortuna familiari dovette impiegarsi nell'amministrazione delle poste; attese tuttavia allo studio dell'arabo dapprima a Torino, con Luigi Calligaris, poi a Firenze, dove Michele Amari lo ebbe discepolo carissimo. A iniziativa dell'Amari sono dovuti infatti i primi lavori dello S. (Vocabulista in arabico, Firenze 1871, testo di grandissima importanza per la storia dell'arabo medievale di Spagna; L'Italia descritta nel "Libro del re Ruggero" compilato da Edrisi, Roma 1883, in Memorie dell'Accademia dei Lincei, v. al-īdrīsi), il quale frattanto, nominato prima supplente e poi professore straordinario di arabo nell'istituto di studî superiori di Firenze (1873-1874), fu chiamato nel 1875 all'università di Roma, dove rimase fino al suo collocamento a riposo nel 1916.
Le altre opere dello S., che fu di una modestia perfino eccessiva e, riluttante a pubblicare i risultati dei proprî studî, lasciò numerosi scritti inediti, riguardano prevalentemente le relazioni storiche tra il mondo musulmano e gli stati italiani del Medioevo: due di essi, di proporzioni più vaste, si riallacciano anche in un certo senso alla storia italiana e sono sorti nell'ambito delle ricerche dell'Amari: l'edizione del divano del poeta siciliano Ibn Ḥamdīs (Roma 1897: la traduzione è rimasta inedita) e la traduzione del viaggio, celebre per la descrizione di Palermo nel sec. XII, del magrebino Ibn Giubair (Roma 1906).
C. A. Nallino, C. S., in Rivista degli Studi Orientali, VIII, pp. 450-464, con bibliografia completa anche degli scritti inediti.