CELESTINA (o celestite dal colore azzurro-chiaro di alcune varietà)
È un solfato di stronzio: SrSO4, cui corrisponde la composizione centesimale seguente: SrO = 56,4: SO3 =43,6. In alcune varietà una parte dello stronzio è sostituita dal calcio o dal bario (calciocelestina e bariocelestina).
La celestina cristallizza nella classe rombica piramidale e il rapporto parametrico dei suoi cristalli è dato da: a : b : c = 0,77895 : 1 : 1,28005 (Auerbach). È isomorfa con la baritina e l'anglesite (v.).
La celestina si presenta generalmente in cristalli bene sviluppati e qualche volta di notevoli dimensioni, ma non ricchi di forme. L'abito più frequente dei cristalli è quello prismatico, con allungamento parallelo all'asse x, più di rado all'asse y. Meno frequenti sono i cristalli tabulari secondo la base, molto somiglianti, in tal caso, alla baritina, e ancora più rari quelli piramidali per il prevalente sviluppo delle piramidi {133} e {144}. La celestina si trova anche in aggregati fibrosi o fibroso-radiati ed in masse lamellari o finamente granulose. Nei cristalli di celestina si hanno due direzioni di sfaldatura: facilissima secondo (001) e un poco meno secondo (110). Durezza: 3 a 3,5; peso specifico 3,9.
La celestina è generalmente incolore o bianca, spesso però i suoi cristalli assumono una tinta azzurra, di rado così intensa da presentare un sensibile pleocroismo, come nella celestina fibrosa di Jena. La lucentezza è vitrea, passante alla madreperlacea. Otticamente i cristalli sono positivi; il piano degli assi ottici è parallelo a (101), la bisettrice acuta normale a (100). Gl'indici di rifrazione per la linea D del sodio, sono: ng = 1,63092; nm, = 1,62367; np = 1,62198. L'angolo degli assi ottici aumenta con la temperatura.
Al cannello la celestina decrepita e fonde facilmente in uno smalto bianco, colorando la fiamma in rosso. Fusa sul carbone con carbonato sodico, dà una massa epatica che si scioglie nell'acido cloridrico con sviluppo di H2S. È insolubile nell'acido cloridrico ed un poco solubile nel solforico concentrato. La celestina si trova in diversi giacimenti: 1. nelle formazioni sedimentarie delle più diverse età, dove è più frequente; 2. nelle cavità di diverse rocce vulcaniche; 3. come ganga, piuttosto rara, di alcuni giacimenti metalliferi; 4. come prodotto di neoformazione di sorgenti termali.
Splendidi gruppi di cristalli di celestina provengono dalle miniere solfifere della Sicilia e della Romagna; ivi la celestina è associata con cristalli di zolfo, di gesso, di calcite od aragonite. Piccoli cristalli di celestina si trovano anche in alcune miniere di zolfo della Calabria (Strongoli); interessanti per il loro abito tabulare, talora in lamine sottilissime, sono quelli che provengono dalla miniera di zolfo di Cà Bernardi nelle Marche. Notevoli, per la loro giacitura entro polipai fossili, sono i cristalli di Monte Viale nel Vicentino e pure in questa provincia si trovò la celestina nelle geodi del basalto amigdalare di Montecchio Maggiore. Nella miniera di marcassite di Camporedaldi, presso Spannocchia in provincia di Siena, la celestina, qualche volta in bei cristalli, costituisce la ganga abituale del solfuro di ferro. Nelle Alpi Svizzere si trovò la celestina dentro la dolomite saccaroide della valle di Binn. In Savoia, insieme con lo zolfo, alla sellaite e alla magnesite, dentro all'anidride, che affiora presso il ghiacciaio di Gébroulaz nella Vallée des Allues. Numerose sono le località della Francia dalle quali proviene la celestina; ma vanno in particolare ricordate le gessaie dei dintorni di Parigi, dove questo minerale è frequente in noduli fessurati con le cavità rivestite di cristalli. Come celestina di neoformazione va ricordata quella che si rinvenne nell'interno di monete romane di bronzo, trasformate in solfuri di rame, che si trovarono nelle sorgenti termali di Bourbonne-les-Bains. Dalle marne e dai calcari di Bristol in Inghilterra proviene la maggiore quantità di celestina impiegata dall'industria; il minerale vi si trova in noduli e in lenti irregolari. Bei cristalli azzurri, ricchi di forme, provengono dalla miniera di rame di Španá Dolina in Cecoslovacchia, grandi cristalli dall'isola Strontian (Lago Erie) e dal monte al-Muqaṭṭam presso il Cairo (Egitto). Giacimenti industrialmente sfruttabili di celestina si trovano a Giershagen e a Obergembeck in straterelli della formazione permiana (Zechstein) della Vestfalia. È usata, per trarne composti di stronzio e specialmente l'idrato, che ha largo impiego nell'industria saccarifera. L'Inghilterra ha prodotto nel 1925 tonn. 1089 di celestina. Minori produzioni hanno la Germania e il Canadà, minime la Francia e l'Italia.