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BONINSEGNA, Celestina

di Giovanna Piscitelli Gonnelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)
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BONINSEGNA (BONINSEGNI), Celestina

Giovanna Piscitelli Gonnelli

Nata a Reggio Emilia il 26 febbr. 1877, a soli quindici anni esordì con il Don Pasquale di G. Donizetti, nella parte di Norina, pur essendo in possesso di scarsissime nozioni musicali. Incoraggiata, seguì quindi a Pesaro i corsi del liceo musicale G. Rossini, terminati i quali ebbe luogo il suo vero debutto al Teatro Piccinni di Bari nel 1897 con il Faust di Ch. Gounod. Nel 1899 cantò nella Regina di Saba di K. Goldmark al Teatro Municipale di Piacenza e nel Ruy Blas di F. Marchetti a Cremona, poi nel 1900 al Teatro Dal Verme di Milano nella Jone di E. Petrella.

Il 17 genn. 1901, dopo essere stata scelta personalmente da P. Mascagni, eseguì al Teatro Costanzi di Roma la prima assoluta dell'opera Le maschere. Ma l'autore più congeniale alla B. fu Verdi, nelle cui opere fu applauditissima, in particolare nel Trovatore, nella Forza del destino e nell'Aida. Il successo da lei riscosso nell'interpretazione di quest'ultima opera, al Teatro Regio di Parma nel 1903, la condusse nei maggiori teatri del mondo: al Covent Garden di Londra nel 1904, alla Scala di Milano durante la stagione 1904-05, al Real di Madrid nel 1906, al Metropolitan di New York nel 1906-07 e di nuovo al Costanzi di Roma nel 1910.

Memorabili sono rimaste nella letteratura operistica anche le sue interpretazioni della Norma di Bellini (Trieste 1909) e degli Ugonotti di G. Meyerbeer (a Boston, Chicago e Montevideo nel 1910).

La sua carriera proseguì ancora a Rio de Janeiro, San Paolo e Buenos Aires nel 1911, a Barcellona e a Venezia nel 1912 e infine anche a Pietroburgo nel 1913. Dal 1910 cantò spesso LaGioconda diA. Ponchielli e la Cavalleria rusticana di Mascagni, ma in queste esecuzioni, pur mantenendo un discreto livello qualitativo, le sue doti apparivano meno elevate di quando eseguisse Ernani o Un ballo in maschera di Verdi. Non avara della sua voce in ogni esecuzione, la B. ebbe presto alterate e logorate le sue energie vocali: verso il 1920, infatti, si ritirò dalle scene per dedicarsi alla carriera didattica. Insegnò privatamente dapprima a Milano, poi al conservatorio di Pesaro, dove annoverò fra le allieve Margherita Grandi.

La B. morì a Formigine (Modena) il 13 febbr. 1947.

Come vigore drammatico e potenza scenica, certamente la B. fu inferiore a E. Burzio, a E. Mazzoleni e forse a G. Russ o a S. Krusceniski, ma per l'ampiezza del registro acuto, per il fraseggio largo e ricco, per i toni lucidi e allo stesso tempo dolci, le superò tutte, rendendo preziose le sue interpretazioni dei tipici personaggi femminili dell'opera ottocentesca, e per questo fuconsiderata la cantante romantica per eccellenza. La larghezza di registro le consentì, inoltre, di spaziare in un repertorio ampio e difficile, dai Vespri siciliani alla Norma, dal Sigfrido alla Dannazione di Faust, e di sostenere tutte le parti di soprano drammatico che l'opera italiana e straniera poteva offrirle. La sua voce, dotata di registri levigati e puri, ha permesso delle incisioni discografiche particolarmente apprezzabili e riuscite. Tra le più famose, si ricordano "Madre pietosa" e "Pace, mio Dio" della Forza del destino, le arie dell'Aida e il brano "Ei m'ama" del Faust.

Bibl.: F. W. Gaisberg, La musica e il disco, Milano 1949, pp. 128 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 110; Enc. dello Spett., II, coll.776 s.; La Musica. Enc. storica, I, Torino 1969, p. 252.

Vedi anche
Mascagni, Pietro Musicista italiano (Livorno 1863 - Roma 1945). Dopo essersi già cimentato nella composizione con l'idillio In filanda (1881), la cantata Alla gioia (da Schiller, 1882), 2 sinfonie, pezzi varî, liriche, ecc., nel 1882 riprese gli studî iniziati a Livorno entrando al conservatorio di Milano (con M. Saladino ... Giuseppe Vérdi Vérdi, Giuseppe. - Musicista (Roncole, Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano 27 gennaio 1901). Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi, Verdi, Giuseppe musicò 28 opere, alle quali vanno aggiunti cinque rimaneggiamenti. In esse la magistrale padronanza dei mezzi tecnici ... Titta, Cafièro, detto Titta Ruffo Baritono (Pisa 1877 - Firenze 1953). Apprese il canto da autodidatta e debuttò al teatro Costanzi di Roma nel 1898, affermandosi rapidamente in Italia e all'estero come uno dei maggiori interpreti del repertorio verdiano e di quello verista. L'eccezionale estensione vocale e la sua non comune presenza ... Filippeschi Fazione di Orvieto contrapposta a quella dei Monaldeschi (13°-14° sec.). Nel 1282 insorsero contro papa Martino IV che risiedeva nella città. Furono definitivamente cacciati nel 1313.
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celestina (o celestite) s. f. [der. di celeste1, per il colore di alcuni esemplari]. – Minerale rombico, solfato di stronzio, di colore per lo più bianco o lievemente azzurrognolo; in Italia si rinviene abbondante nei giacimenti solfiferi...
celestino²
celestino2 celestino2 s. m. [dal nome del papa Celestino V (1209 o 1210-1296)]. – 1. Religioso appartenente alla congregazione fondata verso il 1264 nell’eremo della Maiella da Pietro del Morrone (il futuro Celestino V), e definitivamente...
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