PALENCIA, Ceferino
Commediografo e capocomico spagnolo, nato a Fuente de Pedro Naharro (Cuenca) il 26 agosto 1858, morto a Madrid il 22 luglio 1928. Era studente di medicina, quando diede al teatro il suo primo lavoro, El cura de San Antonio (1879), il cui successo lo indusse a dedicarsi interamente alla vita teatrale.
Sposata nel 1881 Maria Álvarez de Tubau, fu infaticabile direttore della compagnia di cui questa era prima attrice, accompagnandola in tutte le sue campagne in Spagna e nell'America spagnola. Morta la moglie, le succedette nel 1915 nella cattedra di declamazione al conservatorio di Madrid. La sua attività drammatica, di cui la moglie fu la principale interprete, è una lezione di probità e di buon gusto. Romantica senza esagerato lirismo, la sua arte si distingue per l'umanità dei personaggi, la sobrietà del dialogo e una spiccata tendenza moraleggiante. Vissuto in un'epoca di decadenza per la scena spagnola, il P. la ravvivò con il meglio del teatro francese, da Dumas figlio a Sardou, traducendone lui stesso le opere con gli pseudonimi di Pedro Gil e Pedro Fernández. Suoi lavori principali: Carrera de obstaculos (1880); El guardian de la casa (1881), la sua migliore opera; Cariños que matan (1882); La Charra (1884); Decíamos ayer (1893); Comediantes y toreros (1897); PepitaTudó (1901); La nube (1908); La mala estrella (1910); La bella Pinguito (1915).
Bibl.: Padre Blanco, Historia de la literatura española en el siglo XIX, Madrid 1892; Díaz de Escovar e Lasso de la Vega, Historia del Teatro español, II, Barcellona 1924, p. 138.