Vedi CEFALONIA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CEFALONIA (v. vol. II p. 452 e S 1970, p. 197)
Studi e scavi condotti recentemente in molte parti dell'isola (Sami, Haghia Eufimia, Pastra, Cornelio, Arghinia, Fiscardo, Chaliotata, Skala, Lixouri, Dilinata, Paleokastro di Krani, ecc.), in concomitanza con la ricerca di superficie che ha avuto come risultato l'individuazione di nuovi siti archeologici, come ad Haghia Pelaghia, offrono un'immagine completa dell'isola dal Paleolitico all'età tardoromana. Parallele e ugualmente importanti sono state le ricerche geologiche e paleontologiche.
Durante il Pleistocene C. comunicava con la costa opposta, come ha dimostrato il rinvenimento di ossa di animali assegnabili a tale epoca. Gli utensili in pietra trovati a Fiscardo, Chaliotata, Haghios Nikolaos e Haghioi Theodoroi di Sami, a Capo Munda di Skala, ad Argostoli e a Poulata restituiscono la storia dell'isola dall'età paleolitica a quella neolitica. Durante l'Eneolitico e l'Età del Bronzo gli abitanti lavoravano l'abbondante selce e la esportavano nel Peloponneso nord-occidentale, a Leucade, e forse in Etolia, Tessaglia e Italia meridionale. I rinvenimenti datati con più certezza appartengono al Protoelladico: si tratta di frammenti di ceramica provenienti da Koulourata. In questo periodo C. stabilì relazioni commerciali con le zone vicine, ma anche con le lontane Cicladi, come testimonia la presenza di ossidiana di Milo a Skala. Frammenti di ceramica mesoelladica sono stati trovati a Cornelio e a Koulourata. Tumuli del Medio Elladico, riutilizzati nell'età tardomicenea, sono stati messi in luce a Kokkolata-Menegata e a Oikopeda di Kontoghennada. Dopo la metà del II millennio, a quanto sembra, si verifica uno iato di duecento anni nelle relazioni tra C. e il resto della Grecia.
Durante il periodo Tardo Elladico IIIB-C, tuttavia, l'isola è densamente popolata e presenta una grande floridezza. La popolazione secondo alcuni studiosi proveniva dal Peloponneso, data la somiglianza delle usanze funebri; P. Kalligas ne sostiene invece l'autoctonia, basandosi sull'esame del materiale antropologico. Sembra che già in questo periodo esista una divisione dell'isola in quattro regni, corrispondenti alla successiva divisione in quattro città-stato cioè Krani, Pronnoi, Sami e Pale. Indizio più caratteristico di questa divisione è la presenza delle grandi necropoli micenee a Diakata, Kokkolata, Metaxata, Masarakata, Lakkithra, Haghia Pelaghia e Prokopata, che rivelano corrispondenti abitati e costituiscono un'unità culturale e politico-amministrativa con sede probabilmente sulla collina di Krani, ai cui piedi è stato localizzato un insediamento miceneo. Resti micenei sono stati rinvenuti anche nelle altre tre regioni della suddivisione più tarda dell'isola. Necropoli sono state trovate in località Triandamodi di Mavrata, nella regione dell'antica Pronnoi, a Oikopeda di Kontoghennada e a Parisata di Pale. Nella regione di Sami si sono individuati resti di insediamenti a Haghioi Theodoroi e frammenti di ceramica sulle pendici di Haghioi Fanentes, che costituì poi l'acropoli ellenistica. L'acropoli micenea si deve localizzare sulla collina di Vigla. Dopo l'età micenea segue un periodo di spopolamento, dall'XI fino all'VIII sec. a.C., come indica l'assenza di reperti archeologici.
Non si sono ancora rinvenuti resti protogeometrici come invece nella vicina Itaca, dove fiorisce un importante insediamento ad Aetos. Dall'età tardogeometrica iniziano i rapporti con Corinto, documentati da frammenti di ceramica geometrica a Zervati, vasi corinzi geometrici e arcaici nelle tombe micenee di Metaxata. In questo periodo si deve porre la costruzione del Tempio di Zeus Aenìsios sulla cima dell'Aenos riferito da Esiodo e di cui restano soltanto ammassi di ossa di animali sacrificati. Arcaici, e non mesoelladici, come si credeva precedentemente, sono i muri di terrazzamento a Roupaki di Sami. Agli inizi del VI sec. appartiene il tempio dorico a Minies di Livathò e agli inizi del V sec. il tempio dorico, la stoà e il recinto ad Haghios Gheorghios di Skala.
La divisione dell'isola in epoca storica, in quattro stati, spesso rivali tra loro, è testimoniata dai resti delle rispettive acropoli ellenistiche fortificate e soprattutto delle duplici acropoli di Krani e di Sami, e dalle superstiti fortificazioni a Pilaro, Tsankarissiano, Mouzzakata, Pirgo di Plaghià Erissou, ecc.
Insediamenti di epoca classica sono stati indagati a Lakkithra e recentemente a Sami dove sono stati localizzati resti di costruzioni ellenistiche. Necropoli di età classica sono state scoperte a Paliocastro di Krani, a Diakata, nelle località Perdicovryssi e Stani Simotà di Pronnoi (Cornelio), a Pastra, a Argostoli e altrove; necropoli ellenistiche sono state individuate a Sami, nello stesso sito di quella di età classica, a Pronnoi, Kambanà, Keramiès, Kokkolata, Kombothecrata, Pastra. Di età ellenistica pare che siano alcune tombe isolate, senza corredo, trovate a Dilinata, nel recinto del monastero di Arghinia e nella località Koukkali, tra Skala e Poros, che comunque devono appartenere a piccoli insediamenti di natura agricola.
Il culto in età arcaica, classica ed ellenistica è praticato tanto nei templi - oltre che in quelli già ricordati, nei templi sull'acropoli dell'antica Pronnoi a Pastra, dove si conserva anche l'altare, in uno all'interno dell'acropoli di Krani e in un secondo all'esterno di essa in località Haghia Triada (Tempio di Demetra e Kore) e in altri a Domata, a Soullari, a Lixouri in località Kolona (antica Pale) - quanto in grotte. Queste erano già usate in età preistorica, come a Gherogobbos di Kipouria, a Grouspa di Koulourata, a Sakkos di Haghios Gheorghios (Skala), a Vlachata di Sami, a Dighaleto, a Spilios di Chaliotata e a Diakata. Grotte con tracce di culto sono quelle di Melissani a Same di .età ellenistica (Pan e Ninfe), quelle di Spilios di Chaliotata, di Zervati di Sami (età geometrica-ellenistica), Diakata (Pan e Ninfe), Dighaleto.
Gli scavi più importanti, tuttavia, sono stati effettuati negli ultimi anni a Sami, che durante l'età romana fu la città principale dell'isola. Con la pax romana la città si sposta dalle pendici dell'acropoli degli Haghioi Fanentes e si sviluppa lungo la costa. I risultati della terribile distruzione che la città subì a opera del console M. Fulvio Nobiliore (189 a.C.) sono evidenti nelle rovine delle mura ellenistiche e delle case che sono state scavate. I più importanti resti di età preromana sono costituiti dai ruderi di una casa ellenistica nell'Odos Dichalion 52 e di una casa di età classica in località Kaminia, la cui area, dopo la distruzione del 189 a.C., è stata utilizzata come necropoli; resti di altre case classiche o ellenistiche e parti delle mura che collegavano la cittadella al porto sono stati trovati in località Loutrò.
Accanto alle mura è stata scoperta una grande cisterna d'acqua di carattere pubblico. Tuttavia Sami fiorisce di nuovo in età romana, soprattutto per l'importanza del suo porto come scalo per il rifornimento delle navi per e dall'Italia; del porto si è investigato l'antico molo vicino alla Odos Navarinou. Tra gli edifici romani più importanti va ricordato un complesso di terme pubbliche noto come Rakospito, dal quale proviene un busto in bronzo dell'imperatore Gallieno. Sono state inoltre scoperte case con pavimenti musivi, statue e iscrizioni. In particolare sono state indagate le necropoli. In età classica ed ellenistica la città ne aveva tre, la prima a N, la seconda a SE in località Kaloirologos, e una terza a S in località Fournoi che sembra essere la principale necropoli romana. A Ν della città, in località Tseka, è stata scoperta una tomba romana a camera, scavata nella roccia, con un sarcofago. In età paleocristiana una parte della necropoli romana fu inserita nella zona abitata (scavo nella Odos I. Metaxà 23 del 1977). Resti paleocristiani si trovano anche sopra le case romane, mentre un edificio di carattere religioso è in corso di scavo in località Tseka.
Sembra che in età romana C. fosse un luogo di villeggiatura di ricchi cittadini romani, come provano le ville scavate ad Haghia Eufimia, Skala, Angona. Inoltre, resti di età romana sono stati trovati a Lakkithra, Kambanà, Kokkolata (necropoli) e a Drepano vicino ad Argostoli (insediamento). Nel 1980 sono state recuperate a Capo Xi da un antico naufragio, a S della penisola di Palikì, sei statue maschili e femminili e alcuni elementi architettonici, che evidentemente erano in viaggio per Roma da qualche città greca. All'epoca romana sembra appartenere anche il Tempio di Posidone a Valza, vicino alla zona del relitto. Qui passava probabilmente una delle antiche rotte marine.
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Vedi anche: ADelt, XXIV, 1969, B' 1, p. 269; XXV, 1970, Β' 2, p. 327; XXVII, 1972, B' 2, p. 425; XXXI, 1973, Β' 2, p. 232; XXXII, 1977, B' 1, pp. 183-186; XXXV, 1980, BB' 1, pp. 199-200; XXXVI, 1981, B' 1, p. 172; XXXVII, 1982, B' 1, pp. 151-152; XXXVIII, 1983, B' 1, p. 128; XXXIX, 1984, B' 1, p. 107; XL, 1985, Chron., pp. 141-147; BCH, LXXXIV, 1960, p. 733; XCV 1971, P. 910; XCVII, 1973, p. 322; XCIX, 1975, p. 631; CEI, 1979, p.· 568; CV, 1981, p. 805; CVI, 1982, p. 132; AEphem, 1964, pp. 22-23; 1978, p. 136; AAA, VI, 1973, pp. 83-87; VII, 1974, pp. 186-189; VIII, 1975, p. 295; X, 1977, p. 116; AA, 1971, p. 362; Mnemon, III, 1973, pp. 221-226; Platon, XXVII, 1975, p. 90 ss.; Archaeologhia, I, 1981, pp. 77-83.