BARILLI, Cecrope
Nacque a Parma il 2 apr. 1839, da Giuseppe e da Amalia Scorticati. Il padre, maestro alle scuole elementari di San Secondo Parmense e poi direttore delle scuole tecniche a Parma, lo iscrisse, subito dopo le elementari, alla scuola d'arte ove ebbe maestro di pittura F. Scaramuzza, pittore accademizzante e convenzionale, da cui il B., esuberante per temperamento, si scostò ben presto, preferendo una più immediata ed intima espressione figurativa. Partecipò come volontario alla guerra del 1859 e combatté valorosamente a Palestro.
Nel 1862 vinse il pensionato artistico regionale col quadro Cristo converte il pubblicano Matteo (Galleria Nazionale di Parma), una delle poche opere di maniera della sua vasta produzione; fu poi premiato con medaglia d'oro a un concorso regionale a Bologna.
Da Parma passò a Firenze ove certo studiò, oltre ai contemporanei (soprattutto i macchiaioli), la pittura del Rinascimento - nel 1867 andò a Parigi dove rimase tre anni, avvicinando numerosi artisti, tra cui il Doré, ed ottenne numerose commissioni: tra le sue opere più importanti è la decorazione di alcuni soffitti (Primavera, Il turbine) nel palazzo di Madame Klaus.
Scoppiata nel 1870 la guerra francoprussiana, tornò in Italia e si recò a Roma, dove rimase sino al 1876 salvo brevi intervalli. A Roma la sua fama di pittore à la page e di impronta parigina gli procurò una vasta clientela e commissionli ufficiali (Flora, soffitto a fresco in una sala al primo piano della Prefettura).
Nonostante l'evidente abilità decorativa dell'artista, la facilità e l'eleganza delle vaste composizioni, il suo fare più spontaneo e vivo si rivela nei quadri di soggetto e di genere: ritratti, contadinelle, paesaggi, dove unisce al ricordo della pittura francese quello della pittura napoletana e dei macchiaioli.
Nel 1871 il B. partecipò all'Esposizione annuale di Belle Arti di Parma con La giardiniera di Saracinesco e Una via di Marano (ora nella Galleria di Parma); nel 1872 fu nominato accademico d'onore dell'Accademia di Parma, forse anche per il successo ottenuto a Roma nel marzo con l'esposizione al Circolo internazionale artistico di tre quadri, dei quali Capannola, la porcara fu assai lodato dalla stampa. Che il nome del B. fosse molto noto in Italia, anche come decoratore, è dimostrato dalle molte commissioni, come la decorazione della volta della sala da ballo del palazzo De Larderel a Livorno.
Nel 1878, nominato professore di figura dell'Accademia di Belle Arti, tornò definitivaniente a Parma, ove, sposato con Anna Adanti, ebbe tre figli: Amaldo, Bruno e Latino (pittore, Parma 30 genn. 1883, ibid. 26 luglio 1961). Proseguirono intanto numerosi e vasti i contatti esterni, e nello stesso 1878 e poi nel 1880 espose a Torino; dipinse nel 1881 per la chiesa di Cortemaggiore la Madonna delle Grazie, e nel 1886, con G. Ma~, la volta della sala del Consiglio nel Municipio di Parma. Dal 1889 ebbe incarichi ufficiali di ogni genere: la direzione dell'Accademia e della Pinacoteca; nel 1890 fu eletto consigliere comunale. In quegli anni dipinse numerosi ritratti che confermano la vena di intensa poesia dei primi tempi (il Piccolo convalescente,presso la vedova del figlio Amaldo), oltre a intemi rustici, aie, animali, di cui sono esemplari in numerose collezioni pubbliche e private a Roma, a Parma, e anche in altre città italiane e straniere.
Morì il 23 giugno 1911 a Parma.
Tra gli artisti che operarono a Parma nella seconda metà dell'Ottocento, il B. rivela non solo una più vasta cultura di carattere nazionale ed internazionale, ma un fare più sciolto e vivo, una sensibilità che lo distingue dagli altri.
Bibl.: Note manoscritte, appunti, vasto elenco di opere presso gli credi del pittore e in particolare presso la vedova del figlio Arnaldo a Parma.
Asmodeo, Riv. artistica, in Il Diavoletto, 15 nov. 1871. Note anonime: in Gazzetta di Parma, 30 marzo 1872; Il Diavoletto, 31 marzo 1872; Il Presente, 7 apr. 1873; Gazzetta dì Parma, 26 ott. 1875; Gazzetta di Parma, 28 giugno 1881, riportate tutte in E. Scarabelli Zunti, Docum. e Memorie di belle arti parmigiane, X (1851-1893), pIp. 11-13, ms. 109 in Parma, Museo d'antichità. L. Testi, Nuovi quadri nella R. Gall. di Parma, in Bollett. d'arte, 1, 4 (1907), p. 20. Necrologi: in L'Illustraz. ital., 2 luglio 1911, p. 23; Il Presente, 20 giugno 1911 T. Baratta); Gazzetta di Parma, 10 luglio 1911 (L. Testi). Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, III, Prov. di Parma. Roma 1934, p. 53; A. O. Quintavalle, La R. Galleria di Parma., Roma 1939, pp. 245, 251 s.; Id., C. B., in Aurea Parma, XXVI (1942), pp. 85-88; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 407. Per il figlio Latino: G. Copertini, La mostra personale di L. B., in Parma per l'arte, VII (1957), pp. 35-37; Id., In morte del pittore L. B., ibid., XI (1961), pp. 205 s.; A. O. Quintavalle, Omaggio a L. B., in Aurea Parma, XLV (1961), pp. 95-100; E. Riccomini, Retrospettiva di L. B., ibid., XLVII (1963), pp. 117-118.