CECRIFALO (κεκρύϕαλος)
Acconciatura femminile usata in Grecia nel sec. V e IV a. C., per avvolgere e dissimulare (κρύπτω) i capelli in un lembo di stoffa variamente annodato.
Questo lembo era rettangolare e si prestava alle combinazioni più diverse e bizzarre; l'eleganza e la grazia erano accresciute da ricami o disegni. Il cecrifalo era talora annodato sull'alto del capo, talora in corrispondenza della nuca; avvolgeva il più spesso interamente la chioma, così da non lasciare scoperto che il nascimento dei capelli sulla fronte, o ne lasciava visibili dietro l'occipite le estremità. I capi del cecrifalo venivano dissimulati sotto le pieghe o si lasciavano pendere dietro la nuca o dinnanzi alle orecchie.
Col nome di cecrifalo si designa altresì un'altra specie di copricapo, anch'esso di stoffa morbida, cucita in forma di piccolo sacco (onde l'altro nome di σάκκος) atto a farvi entrare i capelli, e spesso munito d'un laccio scorrevole. Sul berretto appare talora un bottone o fiocco di presa. Il cecrifalo, di seta, di lino, o di lana, è acconciatura essenzialmente femminile; solo per eccezione lo portano talvolta Dioniso e i comasti. Col cecrifalo dell'età classica figurato in molti monumenti soprattutto ceramici, non è da confondere il cecrifalo omerico che orna la testa di Andromaca (Il., XXII, 469), e che è una specie di alto berretto con velo, analogo forse ai copricapi di talune figurine d'età micenea e al tutulus etrusco.
Bibl.: L. Couve, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiq. gr. et rom, s. v. Kekryphalos; Netoliczka, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Kekryphalos; W. Helbig, Das homerische Epos, Lipsia 1884.