CERRI, Cecilia
Nacque da Francesco e da Maria Antonia Poletti a Milano (a Torino secondo L. Rossi) l'11 nov. 1872 e frequentò la scuola di ballo del teatro alla Scala, dove ebbe per maestro A. Vaghi-Bisogni ed A. Viganò. Lasciò il corpo di ballo di questo teatro per partecipare con la troupe del Balletto Aereo Grigolatti a una serie di spettacoli in Inghilterra, dove debuttò nella parte della fata della grotta in Alì Babà, rappresentato il 13 dic. 1894. A questo ballo seguì, sempre con la troupe Grigolatti, il balletto shakespeariano Titania,Sogno di una mezza estate di C. Coppi, dato il 30 luglio del 1895; il 16dicembre dello stesso anno la C. fu Anna nel Barba Blù di Georges Jacobi con la coreografia del Coppi. Solo il 10 febbr. 1897 alla Scala la C. riuscì ad imporsi all'attenzione della critica e del pubblico italiano nel ballo Sport di R. Marenco e L. Manzotti, contribuendo, insieme al suo partner Vittorio de Vincenti, al grande successo di questo lavoro che tenne cartellone per ben quarantotto serate. Nel 1898 la C. si esibì all'Alhambra di Londra come prima ballerina nel ballo The Beauty and the Beast di Jacobi e C. Coppi e agli inizi del 1899 venne scritturata come "étoile" all'Empire Theatre. Ciò nonostante in questo teatro tentò invano di contrastare con la sua bravura l'inserimento londinese della più giovane e già famosa ballerina danese Adeline Genée, con la quale avrebbe dovuto alternarsi come protagonista del ballo Alaska di K. Lanner e L. Wenzel: "The contest was soon decided, beyond all doubt, in Genée's, favour..." (I. Guest, p. 53).
Ritroviamo la C. alla Scala dove eseguì il balletto dell'opera La regina di Saba di S. H. Mosenthal, musicata da C. Goldmark e rappresentata il 10 febbr. 1901; successivamente, il 14 genn. 1904, comparve nel ballo Bacco e Gambrinus di G. Pratesi e R. Marenco. Dopo questo impegno, la C. fece alcune tournées che la portarono a Parigi e all'Opera imperiale di Pietroburgo, "dove i suoi trionfi furono tanto più importanti in quanto il corpo di ballo imperiale russo poteva allora vantarsi di essere tra i primi del mondo, insieme con i balletti dell'Opera di Vienna e di Parigi" (Corriere della sera, 20 genn. 1931). Da Pietroburgo tornò a Londra dove ebbe occasione di incontrarsi con il celebre coreografo J. Hassreiter il quale, essendo diventato direttore del corpo di ballo dell'Opera di Vienna, la invitò in quel teatro come protagonista di Coppelia di C. Nuitter e A. Saint-Léon su musica di L. Délibes. Il successo che arrise alla sua prestigiosa interpretazione le valse un contratto, stipulato, alla fine del 1905, di "étoile" del teatro dell'Opera; si perpetuava così la tradizione che vedeva una ballerina italiana come vedette assoluta su quel palcoscenico che aveva ospitato prima di lei Luigia Cerale ed Irene Sironi.
Sull'Opera imperiale di Vienna E. D'Harcourt scrive nel 1908: "...le ballet, dirigé par M. Hassreiter, comprend 60 danseuses et 25 danseurs. L'étoile est M.lle Cecilia Cerri... A Vienne, le public fréquentant l'Opera est très nombreux. M. Mahler l'estime au moins à 20.000 personnes, tandis qu'à Paris on peut l'évaluer à la moitié au maximum" (p. 150).
Rimasero memorabili in quel teatro le sue esibizioni nel Ballo Excelsior, in Sylvia e in Scarpette rosse. Nel 1906 la C. ritornò per un breve periodo alla Scala, dove il 10 marzo e il 17 aprile comparve in Coppelia, per poi rientrare subito dopo a Vienna, dove operò quasi ininterrottamente fino al suo ritiro dalle scene, avvenuto nel primo dopoguerra quando, con la rovina dell'Impero asburgico, ebbe inizio la decadenza dell'Opera di Vienna. Dopo un'ultima fugace apparizione al teatro Lirico di Milano durante il carnevale del 1919, in cui fu protagonista del ballo Sieba o la spada di Freia di R. Marenco e C. Manzotti, la C. aprì nella capitale austriaca una scuola di ballo.
Questa scuola divenne presto famosa e da essa, riporta lo Schmidl, "uscirono centinaia di allieve e le migliori ballerine viennesi amavano, almeno una volta l'anno, ritornare a danzare per qualche tempo sotto la sua guida, consapevoli che nessun altro maestro avrebbe potuto conferire alla loro arte quanto conferiva questa eccezionale artista, che fu l'ultima grande rappresentante del ballo sulle scene di Vienna". La C. fu per anni la incontrastata regina delle coreografie del Manzotti per la freschezza e la vivacità delle sue interpretazioni. "Di fama mondiale, di temperamento italianissimo, la Cerri danzò suscitando sempre ondate di entusiasmo per la grazia straordinaria unita ad un senso musicale e a una tecnica impareggiabili" (Corriere della sera, 20 genn. 1931).
Sposata con Karl von Bukovics, figlio di Emmerich, direttore (1889-1905) del Deutsches Volkstheater, la C. morì a Vienna il 18 genn. 1931.
La sorella Laura, nata a Torino il 26 febbr. 1874 fu anch'essa una ballerina cresciuta artisticamente nell'ambiente del teatro alla Scala, come allieva della scuola e, successivamente, nel corpo di ballo. Fino all'età di ventiquattro anni la sua carriera fu condizionata da una serie di motivi indipendenti dalle sue effettive capacità: la dispotica e dittatoriale reggenza di Cesare Coppini, la scarsità di nuovi balli e le numerosissime repliche che, per ognuno di essi, venivano eseguite, tenevano impegnate molte ottime danzatrici in ruoli secondari per tutta la durata della programmazione delle affollate coreografie che si usavano in quel periodo. Laura ottenne la prima parte importante solo nel 1901 nel ballo Sole e Terra di J. Hassreiter e F. Gaul, su musiche di C. Bayer, dato alla Scala il 5 gennaio di quell'anno.
Anche se si trovano alcuni motivi in comune nella carriera delle sorelle Cerri, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà iniziali e i tempi eccessivamente lunghi per raggiungere i primi successi, le loro vite artistiche si differenziarono molto in seguito, in quanto mentre la carriera di Cecilia ebbe una risonanza internazionale, Laura operò sempre alla Scala, ricoprendo ruoli da prima ballerina, ma sovente adattandosi a parti di secondaria importanza e anche puramente mimiche. Il 2 marzo 1901 fu tra le protagoniste del ballo La sorgente di C. Nuitter e A. Saint-Léon, con musiche di Minkous (Ludwig Minkous) e L. Délibes; l'8 genn. 1903 si esibì in Porcellana di Meissen di G. Golinelli e G. Hellmesberger; il 4 febbr. 1906 in Napoli di G. Pratesi; il 3 genn. 1909 in Pietro Micca di L. Manzotti e G. Chiti e nel dicembre 1916 ne La Korrigane di C. Coppi e L. Merante con musiche di C. M. Widor. Ebbeparti di mima in Coppelia e nel Ballo Excelsior. L. Rossi la ricorda insieme alla più celebre sorella tra i danzatori che si misero in evidenza "nel panorama interpretativo degli anni a cavallo dei due secoli" (p. 130).
Laura morì il 7 luglio 1927 a Milano.
Bibl.: Per Cecilia: Il Corriere della sera, 15 gennaio 1904, 19 e 20 gennaio 1931; E. D'Harcourt, La musique actuelle en Allemagne et Autriche-Hongrie, Paris 1908, p. 150; C. W. Beaumont, Complete Book of Ballet, London 1937, p. 664; D. Lynham, Storia del balletto, Roma 1951, p. 126; I. Guest, The Empire Ballet, London 1962, pp. 53, 88; L. Rossi, Diz. di balletto, Vercelli 1977, pp. 55 s. Per Laura: C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Cronologia, Milano 1964, pp. 66, 208-10; G. Tani, Cinquanta anni di opera e balletto in Italia, Roma 1954, p. 79, La Scala,Cronache 1778-1960, Milano 1960, p. 88; L. Rossi, Il ballo alla Scala 1778-1970, Milano 1972, pp. 121 s., 128, 130; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 182 (per ambedue).