CECCO d'Assisi
Fiorì ad Assisi probabilmente nei primi decenni del sec. XIV, e fu autore di un poemetto sulla leggenda di Maria Maddalena. Null'altro sappiamo di lui.
Il componimento, di cento ottave in endecasillabi, è contenuto nei fogli 49a-55a del codice miscellaneo DCCXLI della Capitolare di Verona, della fine del secolo XV. L'ottava 99 conserva la "firma" dell'autore: "Ciecco disisi che fo 'l trovatore". Non si ha altra notizia d'un poeta assisiate di tal nome, né ne conserva altri scritti la Biblioteca com. di Assisi. Il poemetto infatti non può esser stato scritto molto tempo dopo la composizione del ciclo della Maddalena di scuola giottesca (posteriore all'anno 1305) della chiesa inferiore di S. Francesco in Assisi, al quale rimane strettamente legato per quanto riguarda il contenuto narrativo, mentre ignora i successivi sviluppi della leggenda. Niente d'altra parte può dedursi dall'epoca di composizione del codice, poiché il testo di C. che vi si legge non è che una copia: la redazione a noi nota del componimento si deve appunto al lavoro di un copista veneto, che ha sovrapposto alle caratteristiche linguistiche centroitaliane dell'originale qualche elemento tipico del volgare veneto. A questo vanno pure attribuite la caduta di qualche verso e le irregolarità di rima che non mancano nel nostro testo.
Il tema è la leggenda di Maria Maddalena come è codificata dalla Legenda aurea, e poté esser suggerito da un interesse popolare per tale narrazione. Il poemetto del resto chiaramente si collega al clima trecentesco di devozione e di rinnovate istanze evangeliche dell'Umbria francescana e del centro Italia in genere (tipico in specie della metà del secolo), mentre, per quanto attiene alle caratteristiche formali, sembra ricollegabile alla produzione senese-cateriniana di cantari devoti.
La narrazione segue uno schema tradizionale: invocazione a Dio e a Maria e proposizione del tema (ott. 1-2), notizie sulla famiglia di Maddalena e carattere suo e dei suoi (ott. 3-7), conversione e penitenza di Maddalena (ott. 8-19), morte e resurrezione di Lazzaro (ott. 27-29), passione di Cristo e sua apparizione alla santa (ott. 30-40), arrivo a Marsiglia di Lazzaro, Marta e Maddalena (ott. 41-45), grazia della maternità elargita alla regina della città (ott. 46-51), viaggio a Gerusalemme della coppia regale, morte di parto della regina, sua sepoltura in un'isola e abbandono del neonato accanto alla sepoltura, partenza del re e suo incontro con s. Pietro che lo consola e lo rimanda a Marsiglia (ott. 52-71), ritorno del re, sospintovi dai venti, sull'isola ove ritrova il figlio ancora in vita e ottiene per le sue preghiere il miracolo della resurrezione della moglie (ott. 72-81), conversione dei Marsigliesi e ritiro di Maddalena nel deserto, ove vivrà per trentadue anni gratificata da giornaliere visioni di Dio, sua morte (ott. 82-98), esortazioni morali dell'autore (ott. 99-100). La parte più originale del "trovatore" consiste nell'ampliamento di questo schema con l'invenzione di dialoghi e monologhi ispirati a una sicura e serena devozione.
Bibl.: L. Simeoni, Il poemetto della Maddalena di C. d'Assisi, in Misc. in onore di A. e N. Zenatti, Verona 1913, pp. 25-30.