CAVALLETTO (fr. chevalet; sp. caballete; ted. Staffelei; ingl. easel)
Arnese di legno che serve a sostenere il quadro o la statua. Assume forme svariatissime secondo il genere e la mole dell'opera, l'ambiente in cui si lavora, le abitudini dell'artista. Il pittore usa il cavalletto da studio e quello da campagna. Il primo, solido e pesante, poggia su quattro rotelline una delle quali è montata sopra una vite che permette di neutralizzare i piccoli dislivelli del pavimento. Il quadro è sostenuto da un'asta centrale che può scorrere in alto e in basso fra due guide laterali, permettendo di variarne l'altezza secondo le esigenze del lavoro. Questo tipo di cavalletto, a dimrenza di quello classico a tre gambe, oggi in disuso, che si vede rappresentato in affreschi pompeiani, in miniature, e in numerosissime altre opere d'arte fino a noi, offre il vantaggio di mantenere verticalmente il quadro. Leggerissimo e pieghevole è il cavalletto da campagna, a tre gambe allungabili, terminate con punte metalliche che lo immobilizzano penetrando nel terreno. E munito di ingegnosi dispositivi mediante i quali si può regolare, oltre che l'altezza del quadro, anche la sua inclinazione, per adattarne la visibilità alle variabili condizioni di luce.
Il cavalletto da scultore è costituito da un piano quadrato girevole intorno a un perno e sorretto da tre o quattro gambe secondo il peso del lavoro che deve sostenere.