CAVALIERE TRACE (v. vol. II, p. 445)
La pubblicazione, in più volumi, del Corpus dei monumenti di culto dedicati al C.T. consente alcune ulteriori osservazioni su questa divinità, definita nelle iscrizioni non solo come Heros o Heron, ma anche, talvolta, come Αύλαρχηνος, Πυρμηρουλας, o con gli epiteti di θεός, έπήκοος ο κύριος. I rilievi conosciuti (alcuni molto piccoli) sono c.a 3000: provengono soprattutto - ovviamente - dalle regioni che furono abitate dai Traci (il territorio delle odierne Bulgaria, Dobrugia, Serbia sud-orientale); se ne sono però rinvenuti, sia pure in quantità ridotta, anche in Pannonia, lungo le coste settentrionali del Mar Nero, e in alcune altre provincie dell'impero romano fino all'Egitto, il che testimonia una certa penetrazione della popolazione trace in queste regioni, confermata anche da alcuni nomi dei dedicanti.
Vanno inoltre segnalati tentativi di identificazione (in base all'individuazione, di volta in volta, di caratteristiche comuni) con divinità greche: con Ares (in questo caso il C.T. è visto come dio della guerra), oppure con Hermes (in particolare l'Hermes itifallico, che si diceva fosse stato venerato dai Pelasgi e trasferito ad Atene dalla penisola di Samotracia), oppure (e in questo caso l'identificazione è alquanto diffusa, soprattutto nelle regioni orientali della Tracia) con Apollo, come supremo protettore dal male; oppure ancora (nelle regioni occidentali della stessa Tracia) con Asclepio, visto in senso lato come dio protettore. Saltuariamente si incontra il C.T. anche in sincretismo con Giove o Dioniso o (nelle regioni più fortemente romanizzate) con Silvano.
Dal punto di vista iconografico merita attenzione, in alcuni piccoli rilievi, la presenza di una o due figure femminili, talvolta con un'insegna o con una fiala in mano. In certi casi esse portano nomi greci, oppure hanno particolarità iconografiche che le identificano con alcune delle dee del pantheon greco (un riecheggiamento, forse, di modelli più antichi). In genere però la loro iconografia è molto semplice: siamo in presenza di una dea anonima, forse una corrispondente femminile del C.T., o forse la dea madre Vilica, della quale si sa che era venerata dai Traci fin da epoca abbastanza remota.
Nella Tracia propriamente detta sono testimoniati santuari del C.T. presso quasi tutti i villaggi indigeni, più o meno grandi. È anche presente, nella religione ufficiale di alcune città, il culto del C.T. come divinità fondamentale: così è nel caso di Philippopolis, dove porta l'epiteto Kendrisòs, e dove erano a lui dedicati perfino i giochi che venivano organizzati nella città, i Kendrìseia. In alcuni santuari maggiori, il culto del C.T.-Heros è inserito in un contesto più ampio: è il caso dei santuari presso la Glava Panega, presso Pernik, e presso Batkun, dove egli era venerato insieme con Asclepio; o ancora presso i villaggi di Trud, Draganovec, Krăn, Losen e altri, dove invece era onorato insieme con Apollo; o ancora presso Liljace, dove era unito al Silvano romano. Molti sono però i santuari dove il culto del C.T.-Heros è testimoniato da solo: in questi casi, si può parlare di pura origine tracia.
Bibl.: Corpus Cultus Equitis Thracii (EPRO, 74): Z. Gočeva, M. Oppermann, I e II, 1-2. Monumenta inter Danubium et Haemum reperto, Leida 1979- 1984; N. Hampartumian, IV. Moesia Inferior (Roman Section) and Dacia, Leida 1979; A. Cermanović-Kuzmanovič, Corpus cultus Equitis Thracii. V. Monumenta intra fines Iugoslaviae reperta, Leida 1982.
(Z. Gočeva)