CAVALIER D'ARPINO (Giuseppe Cesari)
Pittore, nacque nel 1568, forse in Arpino, donde la sua più comune denominazione; morì in Roma nel 1640. La maggior influenza su di lui giovinetto fu esercitata dal Roncalli, come è dimostrato da opere del suo primo periodo. Dal 1589 al 1591 condusse in Napoli, oltre varie opere, la vasta decorazione della cupola e della sagrestia nella chiesa di S. Martino. Tornato in Roma ebbe molte commissioni da cardinali e famiglie patrizie. Nella cappella della Passione in S. Prassede frescò nella vòlta un'Assunzione. Nel 1596 il Senato gli commise la decorazione della grande sala nel palazzo dei Conservatori. La tralasciò dopo alcune storie per soddisfare a Clemente VIII, che aveva in animo di far decorare vastamente S. Giovanni in Laterano. Ma dell'assunto poco portò a termine per troppa lentezza. Nel Battistero della stessa basilica sono di sua mano quattro storie di S. Giovanni. Sopra i suoi cartoni furono condotti i mosaici della cupola di S. Pietro. In S. Maria Maggiore frescò la Cappella Paolina. Degli ultimi tempi sono in massima parte i quadri d'altare sparsi per le chiese di Roma. Ebbe largo seguito; e aggiunse un nuovo manierismo a quello diffuso dagli Zuccari. Nelle prime opere un colorire largo e succoso (così negli affreschi di S. Prassede), riscatta e affina a bella espressione decorativa il formalismo manieristico. In seguito pare aver ripudiato quel colorire per intonare sulle orme del primo manierismo raffaellesco, come negli affreschi del palazzo dei Conservatori, ampie composizioni affastellate di comparse.
A Napoli e a Roma, specialmente nella decorazione di S. Giovanni in Laterano, lo aiutò il fratello Bemardino, morto assai giovane nel 1614. Viene ricordato soprattutto come disegnatore.
Bibl.: G. Sobotka, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibl. precedente); H. Voss, Die Malerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz, II, Berlino 1920, p. 378 segg.