CAVALCANTI, Andrea di Lazzaro, detto il Buggiano
Scultore, nacque a Borgo a Buggiano in Val di Nievole nel 1412; morì a Firenze nel 1462. Fino dall'infanzia stette col Brunellesco, che poi lo adottò e lo lasciò suo erede, e con lui lavorò alla sagrestia di S. Lorenzo, dove gli vengono attribuite le rozze sculture dell'Altare (la Vergine e il Bambino, Profeti, Teste di Cherubi) e quelle del sepolcro di Giovanni di Bicci de' Medici e Piccarda sua moglie, probabilmente solo in parte sue, opere tutte anteriori al 1433. Prima del 1440 intagliò il lavabo nella sagrestia nord del Duomo fiorentino, già commesso al Brunellesco fino dal 1432. Del 1442-45 è l'altro lavabo, nella sagrestia sud, e sappiamo di altre opere minori eseguite per la stessa chiesa e in parte disperse. Del 1443-48 è il pulpito di S. Maria Novella, opera importante dell'artista. Migliori l'ornamento marmoreo e il busto del Brunellesco nel Duomo, commessi al C. dopo la morte del maestro, nel 1446. Gli si attribuiscono inoltre un putto marmoreo nel museo Jacquemart André di Parigi; a Cercina, presso Firenze, la porta della chiesa; un camino e un lavabo nella canonica; l'oratorio dei Ss. Pietro e Paolo a Pescia, detto la Madonna di Piè di Piazza, e la cappella Cardini nel duomo della stessa città (1454.
Dominato sempre da forme goticheggianti, vide solo gli aspetti più esteriori di Donatello e li ripeté con mediocrità negli acquai del Duomo. In un solo dei suoi marmi la sua nativa rozzezza diviene vitale energia, ed è, forse per abbandono a uno spontaneo impulso affettivo, nell'immagine del suo Maestro.
Bibl.: W. Biehl, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con la bibl. precedente); P. Schubring, Die italienische Plastik des Quattrocento (Handbuch für Kunstw.), Berlino 1919; M. Marangoni, La Basilica di S. Lorenzo in Firenze, Firenze 1922; E. Berti Toesca, La Pieve di Cercina, in Dedalo, X (1929-30), pp. 500-01.