CAVALCABÒ
. Illustre famiglia cremonese il cui primo rappresentante che si ricordi, Corrado, nel 1136 concorse alla fondazione del monastero cisterciense di S. Maria della Colomba. Il primo C. che giunse al potere fu Guglielmo, discendente di Sopramonte, il quale, nel 1158, ricevette da Federico I il feudo di Viadana. Da questi discende Corrado, che nel 1163 promuove in Cremona il partito guelfo, e Cavalcabò che nel 1177 interviene al congresso di Venezia per la pace della Lega lombarda. Nel 1229 un Guglielmo è podestà di Parma, e nel 1230 di Modena; nel 1250 Giacomo è podestà di Cremona; nel 1276 Carlo, del partito guelfo, è, si crede, signore di Cremona; nel 1307 Guglielmo figlio di Ugolino giunge al potere e l'anno dopo, col fratello Giacomo, assale Parma e vi riconduce i Rossi. Ritiratosi alla venuta di Enrico VII a Viadana, ritorna a Cremona appena l'imperatore prende la via di Roma. S'impossessa di Soncino, ma i Barbò, che ne son padroni, chiamano in soccorso Guarniero conte di Hoemburg, vicario imperiale di Brescia, e il 14 giugno 1312 lo sconfiggono: Guglielmo rimane ucciso. Gli succede nel 1315 il fratello. La famiglia C. è proscritta nel 1321 da Cremona, da Galeazzo Visconti, e per 80 anni non riesce a risollevarsi. Nel 1402 Ugolino è creato consigliere ducale, e, unitosi con Giovanni Ponzone, nel 1403, si fa proclamare signore. L'anno dopo è riconosciuto capo dei guelfi in Lombardia e, stretta alleanza con Firenze e altre città, arma 2000 cavalli, caccia dai castelli le genti ducali, e fa uccidere i principali cittadini. Fatto prigioniero a Manerbio da Astorre Visconti, prende il dominio della città il cugino Carlo, il quale lascia il potere a Cabrino Fondulo. Riuscito Ugolino a fuggire dal carcere e ritornato a Cremona è fatto trucidare da Cabrino: questi nella notte del 24 luglio 1406 fa trucidare anche Carlo con i nove membri della sua famiglia. I C., rimasti in Cremona, si ritirarono nella fortezza, ma furono trucidati, eccetto un fanciullo che riuscì a fuggire. Un Andreasio C. ebbe la signoria di Viadana, ma ne fu spogllato nel 1416 e morì nel 1419.
Bibl.: G. C. Tiraboschi, La famiglia C., Cremona 1814; G. Grasselli, Memorie genealogiche di alcune famiglie illustri cremonesi, Cremona 1817; L. Manin, Memorie storiche della città di Cremona, Cremona 1819-20; F. Pizzi, Elenco simbolico di nummi antichi e moderni conservati nelle due illustri case Turina e C. Cremona 1877.