Cavailles
Cavaillès Jean (Saint-Maixent, Deux-Sèvres, 1903 - Arras, Pas-de-Calais, 1944) matematico ed epistemologo francese. Allievo del filosofo neokantiano L. Brunschvicg all’École normale supérieure di Parigi, studiò successivamente, in Germania, la fenomenologia di Husserl e la teoria degli insiemi di G. Cantor. Rientrato in Francia, insegnò all’università di Strasburgo e, dal 1941, alla Sorbona. Venne arrestato dai nazisti come membro della resistenza e ucciso. Oltre a contribuire alla diffusione in Francia delle teorie di G. Cantor e di F. Dedekind, Cavaillès svolse una riflessione originale sui fondamenti epistemologici della matematica. La teoria degli insiemi, infatti, aveva messo in crisi l’assolutezza dei principi e del metodo matematico, mostrandone la correlazione con il linguaggio e l’intuizione, cioè con fattori contingenti legati all’epoca storica o alla sensibilità individuale. Per Cavaillès tali contingenze della storia della matematica sono solo le condizioni negative dello sviluppo della matematica stessa: esse infatti rappresentano proprio ciò che, rivelando l’inadeguatezza delle soluzioni precedenti, impone una riformulazione teorica e metodologica ulteriore sia alla contingenza che ha suscitato il problema, sia agli strumenti metodologici con cui lo si è affrontato. Sue opere principali sono: Remarques sur la formation de la théorie abstraite des ensembles (Osservazioni sulla formazione della teoria astratta degli insiemi, 1938), Transfini et continu (Transfinito e continuo, postumo, 1947), Philosophie mathématique (Filosofia matematica, postuma, 1962).