CAUTERIZZAZIONE (dal gr. καυτήρ "ferro rovente")
È l'azione prodotta da particolari strumenti (cauterî o caustici attuali) i quali permettono l'applicazione circoscritta - mediante un'estremità di varia forma, resa incandescente - di alte temperature sull'organismo. Ha per effetto la morte immediata dei tessuti che vengono a contatto col cauterio, di qualsiasi specie esso sia (ferro rovente, termo-cauterio del Paquelin, elettro-cauterio), per l'azione necrotizzante che esercita il calore sul protoplasma quando supera i 63°.
Nella cauterizzazione dobbiamo distinguere: un' azione strettamente locale, circoscritta alla superficie toccata dall'estremità arroventata dell'istrumento; e una diffusa, dovuta al calore raggiante, che è estesa a una zona più o meno vasta secondo la forma, la grandezza, la qualità e il grado d'incandescenza dell'estremità dell'apparecchio. Le punte e i coltelli al rosso vivo dànno massima azione locale, i bottoni al rosso bruno massima azione diffusa. La prima consiste essenzialmente in un'ustione di terzo grado con formazione di escara (carbonizzazione dei tessuti) secca, di colorito nero, che si distacca dopo 8-12 giorni, lasciando una soluzione di continuo (piaga) coperta da granulazioni di buon aspetto e che volge rapidamente alla cicatrizzazione. La seconda, invece, accanto a lesioni degenerative di vario grado, determina essenzialmente una trombosi dei vasi della zona che talvolta può estendersi per un lungo tratto sui vasi colpiti. La trombosi è dovuta all'azione diretta coagulante del calore sul sangue e all'azione del calore sull'intima vasale, la quale viene a essere alterata, con conseguente trombosi del vaso. Dell'azione trombizzante del cauterio si servono in particolari circostanze i chirurgi per ottenere l'emostasi (v.).
Revulsione. - Questa era assai in auge nella vecchia medicina, la quale contava il ferrum candens (Ambrogio Pareo portò a 60 le fogge del cauterio) fra i più potenti mezzi per ottenere la revulsione, specie nelle nevralgie, sotto forma di punte o bottoni di fuoco praticate lungo il decorso dei nervi. Oggi è di uso pressoché limitato alla medicina veterinaria.
Dieresi incruenta. - È largamente usata dai chirurgi, che a tale scopo usano il termo-cauterio del Paquelin o l'elettro-cauterio a forma di coltello, col quale si dividono i tessuti, lungo la linea d'incisione, come con un bisturi. Tale incisione ha il grande vantaggio di essere emostatica. Essa è indicata quando si tratta d'incidere tessuti infetti (favi, flemmoni necrotizzanti) o nella dieresi dell'appendice, dell'intestino, dell'uretere, ecc., o quando si incide in regioni dove non si può sperare la guarigione per prima intenzione (emorroidi, fistole anali, ecc.); o nell'incisione di organi molto vascolarizzati dove si applica come mezzo di emostasi preventiva (fegato, milza, peduncoli vascolari, ecc.).
Emostasi. - È usata dal chirurgo solo in quelle particolari circostanze nelle quali non è attuabile o è rimasto inefficace ogni altro mezzo di emostasi, come nell'emorragia da arteriuzze ossee, da sanguisugio, ecc.