CAUSSES (A. T., 35-36)
Il nome di Causses viene dato, nella Francia meridionale, a tutte le regioni dal suolo calcareo, secco e pietroso.
I geografi con questo nome designano in particolare le vaste distese calcaree situate a sud del Massiccio Centrale, prosciugate dal Tarn, dall'Aveyron, dal Lot e dalla Dordogna e comprese nei dipartimenti della Lozère, dell'Aveyron (SE.) e della Dordogna (E.).
Colpisce il contrasto fra queste regioni e le vicine zone cristalline (Cevenne e Ségalas). Al primo accostarsi si vede l'acqua sparire dalla superficie del suolo, a eccezione di qualche vallata profonda dai ripidi versanti. Le rocce e le pietre spuntano dappertutto attraverso la terra rossa. Si presentano tutte le caratteristiche delle regioni carsiche: vallate cieche, depressioni chiuse (dette sotchs), cavità arrotondate del tipo delle doline, pozzi e baratri (chiamati avens), e poi grotte che si aprono sui versanti delle vallate e formano una rete di cavità sotterranee.
La siccità sugli altipiani è tanto più pronunciata quanto più sono situati in alto e maggiore è lo spessore delle loro formazioni calcaree. Nell'E., presso le Cevenne, l'altezza è superiore agli 800 m. e le vallate, non frequenti, sono veri cañones profondi da 400 a 500 m. È la regione dei Grands Causses o Causses du Gévaudan. A O., separati dagli altipiani granitici dei Ségalas, si stendono i Petits-Causses o Causses du Quercy, l'altezza dei quali non è superiore ai 500 m. e dove le vallate, meno profonde, sono meno incassate.
I Grands Causses, veri deserti coperti di pietre, si stendono su 4800 kmq. Li traversano solo le tre profonde vallate del Tarn e dei suoi affluenti Jonte e Dourbie. Questi due ultimi spariscono quando gli strati marnosi del Lias, fino a un certo punto ipermeabili, non affiorano sulla superficie del fondo valle. Anche il Tarn subisce delle forti variazioni di portata lungo il suo corso.
Ogni altipiano forma un blocco completamente isolato, che ha un proprio nome: Causse de Sauveterre a N. del Tarn, Causse Méjan fra il Tarn e la Jonte, Causse Noir fra la Jonte e la Dourbie e Causse del Larzac a S. della Dourbie. Il più elevato è il Causse Méjan, che in certi punti raggiunge 1200 m.; il meno elevato è il Causse del Larzac, che arriva a 700 m. e di cui la parte estrema domina la pianura della Bassa Linguadoca. I dislivelli sono abbastanza notevoli (da 100 a 200 m.), soprattutto presso il Tarn, nel gomito che fa la vallata al disopra di Saint-Énimie. Le rocce calcaree dolomitiche formano dei pendii scoscesi uniformi sulle alture. Molto sviluppate attorno alla vallata della Jonte hanno dato origine a un caos di blocchi, di guglie, d'archi e di corridoi, che ha avuto il nome di "Montpellier le Vieux". Le grotte dei Grands Causses sono state esplorate dal Martel e dai suoi discepoli e hanno rivelato bellezze insospettate.
Per comprendere l'origine e le caratteristiche dei Grands Causses bisogna accennare alle origini geologiche della zona. Fin dal Lias si è andata formando una geosinclinale dove si sono accumulati, fino al Giurassico superiore, alcuni strati calcarei o marnosi d'uno spessore superiore a 1000 m. Questi strati sono poi venuti alla luce per una spinta verificatasi durante la formazione dei Pirenei. Gli strati piegati in una gran sinclinale, si rialzano generalmente verso il massiccio cristallino a N., a E. e a SE., in modo particolare; il contatto è segnato da una scoscesa monoclinale del tipo delle coste o cuestas. Le grandi faglie, la maggior parte di direzione meridiana, non hanno lasciato tracce sulla superficie degli altipiani, che devono essere stati livellati al principio del Mesozoico, nello stesso penepiano cui appartiene la parte più grande del Massiccio Centrale. Difatti si trovano residui di formazioni detritiche originarie dai massicci cristallini vicini e perfino vere e proprie alluvioni silicee lungo le antiche vallate disorganizzate, attualmente senz'acqua. Vi è stato, dunque, un periodo, in cui la superficie dei Causses, poco elevata sopra il livello del mare, ha avuto un'idrografia normale. L'ultimo periodo d'erosione che ha modellato tutto il Massiccio Centrale, in seguito a movimenti che aumentarono da 500 a 600 m. la distanza verticale del livello di base, ha creato l'aspetto attuale. I grandi fiumi allogeni, cioè venuti dalle regioni cristalline (in particolare dalle Cevenne), hanno potuto farsi strada nella regione, formando fonde vallate in forma di gole. Gli altri sono spariti e il carsismo s'è propagato su quasi tutta la superficie.
Il clima aumenta l'aridità e lo stato selvaggio di queste superficie calcaree. Alla latitudine già abbastanza meridionale corrispondono temperature estive piuttosto alte, mentre l'altitudine rende gl'inverni rigidi e fa sì che la neve copra il suolo in media per 3-6 settimane ogni anno. La vegetazione è pure molto misera. La foresta non ha potuto svilupparsi per l'azione negativa del vento; e i boschi di pini, che hanno potuto crescere bene in certi punti, sono dovuti a piantagioni recenti. Il magro tappeto che ricopre il suolo, i cespugli di querce intristite, di bosso o di ginepro, e le graminacee completamente disseccate in agosto, con pochi fiori nella primavera, ricordano i garrigues della Bassa Linguadoca. I botanici vi hanno trovato delle piante che sogliono crescere nelle steppe dell'Europa Orientale (Stipa pennata, Adonis vernalis, ecc.).
Tuttavia la vita umana non manca completamente nella regione dei Causses. Sembra anzi che i primi uomini abbiano ricercato queste zone calcaree aride, ma aperte, prima dei territorî cristallini, ricchi d'acque, ma coperti di fitte foreste. Il popolamento non ha progredito molto dal principio dei tempi storici. Qualche villaggio occupa le depressioni chiuse, dove si è accumulata un po' di terra rossa, che permette la coltivazione e dove viene trattenuta l'acqua, che forma delle lavagnes, stagni secchi nell'estate. L'allevamento del bestiame è la sorgente principale di guadagno. L'erba rada, ma saporita, dà al latte delle pecore un gusto particolare. Con questo latte viene fabbricato l'eccellente formaggio di Roquefort, preparato nelle grandi cantine naturali, che si aprono alla base delle ripide pendenze calcaree presso il villaggio di Roquefort. L'esportazione di questo formaggio rappresenta una vera ricchezza per il paese. Però la densità della popolazione dell'altipiano è quella d'un deserto (meno di 5 ab. per kmq.).
Nelle rare vallate sono disposti i villaggi e al loro sbocco appariscono le piccole città. Lungo il Tarn sono allineati alcuni casali, a volte sormontati dalle rovine d'un castello (Castelbouc). Sul versante sud crescono, quando si può irrigarlo, tutte le coltivazioni del Mezzogiorno, perfino quelle dei fichi e delle mandorle. Al contatto delle formazioni calcaree con l'abbassamento cristallino le vallate si allargano, le sorgenti appariscono perfino sul fianco delle pendenze inferiori formate dal Lias; allora sorgono villaggi più importanti circondati da vigne e da frutteti. Alcuni di essi sono diventati mercati agricoli o anche piccole città di commercio con qualche industria. Tale Meyrueis in alto, e più ancora Millau, in basso, dove si fila la lana delle pecore, si conciano le pelli e si fabbricano guanti che godono una reputazione quasi eguale a quella dei guanti di Grenoble.
Bibl.: E. A. Martel, Les Cévennes, Parigi 1890; Millau, capitale des Causses, Parigi 1926; E. Cord La Lozère, Causses et gorges du Tarn, Parigi 1900; E. A. Viré, Le Lot, Padirac, Rocamadour, Lacave, Parigi 1907; M. Boule, Les origines de l'homme, Parigi 1925.