CAUCANA (Καύκανα λιμήν, Καύκανα χωρίον)
Ancoraggio ricordato da Tolomeo (Ptol., Geogr., ed. C. Mueller, iii, 4-7) e noto anche come base della flotta di Belisario prima della partenza per Malta nella guerra contro i Vandali (Proc., De Bell. Vand., i, 14). Concordemente localizzato nei pressi di Capo Scalambri, odierna Punta Secca, sulla costa meridionale della Sicilia, una diecina di km a O di Camarina.
Nei pressi del faro di Punta Secca sia a O (S. Nicola) che a E (Anticaglie), che nell'interno, verso il moderno paese di S. Croce Camerina (località Pirrera e Mezzagnone), in un raggio di alcuni km si incontrano nuclei di edifici tardo-romani e bizantini. Uno dei meglio conservati, quello di Anticaglie, descritto dal Fazello che ne vide i ruderi imponenti, noto all'Orsi e al Pace, è stato solo di recente oggetto di ricerche sistematiche (1962-67). Sono stati individuati 19 edifici sparsi in un area che si estende per alcune centinaia di metri lungo la costa e per una larghezza di circa duecento metri nell'entroterra. Monete, lucerne di tipo africano, frammenti ceramici (sigillata chiara "stampigliata" e acromi) e particolari tecnici delle strutture murarie indicano una continuità di vita dalla seconda metà del IV sec. agli inizî del VII sec. d. C.
Un gruppo di costruzioni presenta una pianta piuttosto semplice, di forma rettangolare, a due o più ambienti di ampiezza considerevole, per i quali si può pensare ad una utilizzazione come magazzini. Nella maggioranza dei casi però la pianta è più complessa: è caratterizzata da ampi cortili chiusi verso l'esterno, talvolta semicircolari, dai quali si accede sia agli ambienti situati al piano terreno sia, per mezzo di larghe scale in muratura, a quelli del piano superiore. Si tratta di abitazioni di tipo agricolo, ma di vasto respiro: indipendenti l'una dall'altra e spesso assai distanziate, potrebbero avere anche il carattere di masserie fortificate.
All'estremità orientale dell'abitato, al centro di un complesso di edifici, è stata individuata una piccola aula cultuale absidata. Di una seconda aula di analoghe proporzioni, pure situata nella parte orientale, si ha il ricordo in alcune note inedite dell'Orsi del 1903. È evidente quindi il carattere cristiano di questa comunità rurale, testimoniato anche da altri indizi come le numerose lucerne fittili con chrismòn e il bel manico di lucerna in bronzo, con lo stesso motivo entro corona di lauro, secondo un'iconografia che rimanda al IV sec. d. C. La presenza di un nucleo ebraico potrebbe essere invece suggerita dal rinvenimento di una lucerna fittile con candelabro eptalychne.
Le uniche testimonianze epigrafiche dall'area dell'abitato, confermanti la persistenza dell'uso del greco osservata in genere sulla costa siciliana, sono una tabella frammentaria con iscrizione e un timbro in bronzo con formula di augurio.
Da ricollegarsi alla vita di C., la cui importanza era soprattutto marittima (Orsi), sono alcuni monumenti bizantini dell'entroterra, come la basilichetta a tre navate con bei mosaici pavimentali, recentemente messa in luce in contrada Pirrera, e le due cappelle cruciformi in località S. Nicola e Mezzagnone (quest'ultima soltanto conservata), con bella cupola in grossi conci di pietra squadrata, per le quali è stata proposta una datazione piuttosto alta (V sec. d. C.) e sono state riconosciute influenze siriache (S. L. Agnello), sia per il sistema della copertura che per la tecnica costruttiva.
Mentre sono numerosi nell'ambito di S. Croce Camerina i piccoli complessi cimiteriali, come quello sub divo della Pirrera e quello di Mezzagnone, si ignora fino ad ora l'esistenza, nelle immediate vicinanze dell'abitato di Anticaglie, di una necropoli della quale potrebbe fornire qualche indizio il rinvenimento di alcune povere tombe a cappuccina nei terreni subito a settentrione, oltre la nuova strada Marina di Ragusa-Punta Secca.
Bibl.: B. Pace, Sul sito di Kaukana, in Riv. St. Ant., XII, 1908, p. 267 ss.; id., Camarina, Catania 1927, p. 130 ss.; K. Ziegler, in Pauly-Wissowa, VII, 1922, c. 58, s. v. Kaukana; P. E. Arias, in Not. Sc., 1938, p. 472; P. Orsi, Sicilia Bizantina, a cura di G. Agnello, Tivoli 1942, p. 4 ss.; C. Mercurelli, in Riv. Arch. Crist., XXI, 1944, p. 61 ss.; S. L. Agnello, in Corsi di Cultura sull'Arte Ravennate e Bizantina, Ravenna 1962, p. 102 ss.; G. V. Gentili, Scavo di una piccola basilica a S. Croce Camarina, in Atti del I Congresso Nazionale di Studi Bizantini, Ravenna 1966, p. 65 ss.; P. Pelagatti, in Archivio Storico Siracusano, XII, 1966, p. 23 ss.