MENDÈS, Catulle
Poeta, romanziere, drammaturgo e critico francese, nato a Bordeaux il 20 maggio 1842, morto presso Parigi l'8 febbraio 1909 per un accidente ferroviario. Precocissimo, fondò nel 1859 la Revue fantaisiste, diretta a coordinare la varia attività dei letterati che reagivano contro il romanticismo dei tardi lamartiniani e mussettiani. Il battagliero programma doveva affermarsi e imporsi col Parnasse contemporain, che Louis-Xavier de Ricard fondò nel 1866 per consiglio appunto del M. "Parnassiano" nel meno nobile significato della parola, questi restò per tutta la vita. Do. tato d'una straordinaria facoltà d'assimilazione e d'una prestigiosa abilità tecnica, egli poté pubblicare un'enorme quantità di volumi e dar l'illusione, ai meno avveduti, d'un rigoglio inesausto di poesia. Era, in realtà, un Th. Gautier deteriore e attardato, un Baudelaire tutto in superficie, che condiva di facile satanismo una letteratura, per buona parte, afrodisiaca alla maniera settecentesca.
Tra le ingegnose trovate e i graziosi effetti non mancano tuttavia nel M. gli schietti accenti poetici, come quella Ballade de l'âme de Paul Verlaine (nel volume Les braises du cendrier, 1900), in cui una lacrima vera brilla tra i giochi del preziosismo parnassiano. Qualche sua felice variazione baudelairiana è stata imitata dal D'Annunzio nel Poema paradisiaco. Non bisogna dimenticare, soprattutto, che il giovane Verlaine fu letteralmente sedotto dalla malizia iniziale e dalla miracolosa audacia ritmica del primo volume di versi del M., Philomela (1864). Il M. fu un fervido partigiano del dramma in versi: la sua Reine Fiammette (1898) piacque a critici di non facile contentatura ed è ancora nel repertorio della Comédie Française. I grandi successi teatrali di E. Rostand confermarono M. nel suo fervore: ancora una volta, al suo tramonto, egli si assimilava una maniera: nettamente rostandiani sono i drammi Scarron (1905) e Glatigny (1906), nel quale il M. rievoca la figura del poeta girovago, suo compagno di giovinezza. Segue ad essi (1906) La Vierge d'Avila. Il M. volle essere lo storico del movimento parnassiano nella Légende du Parnasse contemporain (1884) e se ne fece il difensore, contro il simbolismo, in un Rapport sur le mouvement poétique français de 1867 à 1900 (1903). Egli aveva sposato in prime nozze una figlia di Th. Gautier, Judith. La sua seconda moglie, Jane Catulle-Mendès, si è resa nota per alcuni volumi di versi e soprattutto per uno di prosa, Prière sur l'Enfant mort (1921), dettatole dal suo cuore materno colpito dalla guerra.
Le opere complete del M. sono state pubblicate a Parigi dall'editore Fasquelle (Bibl. Charpentier); uno Choix de poésie è del 1925.
Bibl.: Anthol. des poètes français contemp., a cura di G. Walch, I, Parigi 1906; nuova ed., 1929, p. 238 segg. (per Jane Catulle-Mendès, ibid., III, Parigi 1926, p. 463 segg.); M. Sourian, Hist. du Parnasse, Parigi 1931.