CATTABENI
. Famiglia patriottica di Senigallia. Da Giuseppe di Saltara, uditore della repubblica genovese, colà ritiratosi. e da Teresa Guerrini, vennero cinque figli maschi: Giov. Battista, perito alla Beresina; Francesco (1794-1884); Pietro e Cristoforo, partecipi in vario modo al movimento patriottico nel 1820-21 e nel 1848-49. Andrea (nato nel 1793) fu nel 1831 della Commissione per la costituzione provvisoria. Confidente in Roma di Pio IX, fu direttore della Bilancia, poi condirettore dell'Epoca; deputato all'Assemblea costituente romana (1849). Andò in esilio, e nel 1860, in qualità di presidente del tribunale in Pesaro, fu dei deputati per recare al re il plebiscito marchegiano. Morì di colera in Ancona nel 1865. Suoi figli: Vincenzo (1820), membro della Costituente romana e della commissione delle barricate. Esule, fu nel 1860 della spedizione Medici in Sicilia, partecipò alla battaglia di Milazzo e, dopo Reggio, fu maggiore nello stato maggiore di Garibaldi al Volturno, e gli fu compagno nell'impresa finita ad Aspromonte. Condotto prigioniero a Fenestrelle, diede segni di alienazione e morì il 22 ottobre 1864 nell'ospizio di Aversa. Giov. Battista (1822) capitano dei Cacciatori del Sile, segnalato per eroico ardimento al Cavallino, a Mestre e nella difesa dei forti di Marghera e del Ponte. Esule in Australia, tornò nel 1860, e, maggiore garibaldino, fu l'eroe della difesa di Caiazzo, rimanendo gravemente ferito e prigioniero. Garibaldi lo promosse colonnello, e nel 1862 lo incaricò di preparare una spedizione, prima in appoggio dei rivoluzionarî greci, poi per l'insurrezione del Trentino. Nel 1866 si ritrasse per dissapori dalla campagna; partecipò con il Nicotera a quella del 1867. Morì a Napoli il 27 gennaio 1868.
Bibl.: D. Spadoni, I Cairoli delle Marche (La Famiglia Cattabeni), Macerata 1906.