catodo
càtodo [Dal gr. káthodos "discesa"] [CHF] [EMG] Termine introdotto da M. Faraday per indicare quello dei due elettrodi di una cella elettrolitica o di un tubo a scarica che è a potenziale minore rispetto all'altro (anodo); tale denomin. è giustificata dal fatto che il verso della corrente elettrica (quello di cariche libere positive) è dall'anodo verso il c., secondo potenziali decrescenti. Successiv. il termine è passato a indicare ogni emettitore di elettroni (c. fotoelettronico, termoelettronico, ecc.), attualmente alternandosi, nell'uso, appunto con il termine emettitore (di elettroni). ◆ [ELT] C. a riscaldamento diretto, indiretto: v. oltre: C. termoelettronico. ◆ [ELT] C. caldo: in contrapp. a c. freddo, lo stesso che c. termoelettronico (v. oltre). ◆ [ELT] C. fotoelettrico, o fotoelettronico: emettitore di elettroni per effetto fotoemissivo, lo stesso che fotocatodo. ◆ [ELT] C. freddo: denomin. generica di ogni c. che non sia termoelettronico. ◆ [ELT] C. secondario: nei poliodi elettronici, elettrodo che emette elettroni per emissione secondaria: per es., i dinodi dei fotomoltiplicatori. ◆ [ELT] C. termoelettronico: elettrodo emettitore dei tubi termoelettronici, che emette elettroni per effetto termoelettronico in quanto mantenuto ad alta temperatura per effetto Joule da una corrente elettrica che lo percorre. I c. a riscaldamento diretto sono costituiti da un filamento metallico; i c. a riscaldamento indiretto sono costituiti da un tubicino nel cui interno è disposto un filamento (detto riscaldatore) percorso da corrente; per il filamento, nel primo caso, e per il tubicino, nel secondo, sono usati metalli con alto punto di fusione, per es. tungsteno (la temperatura normale è circa 2400 °C) e con alta emissione specifica (a tal fine sono sottoposti ad adeguati trattamenti superficiali, quali, per es., il deposito di torio: c. toriati).