CATILLO
. Secondo alcune fonti letterarie fu un arcade comandante la flotta di Evandro, che venuto in Italia fondò Tibur (Tivoli). Fu anche accreditata la tradizione che fosse figlio di Anfiarao, e che dopo la morte del padre fosse mandato in Italia con la gioventù della sua patria in un ver sacrum. In Italia avrebbe generato tre figli: Tiburto, Coras e Catillo iuniore. Questi cacciarono i Sicani dalla loro città e dal territorio sulle rive dell'Aniene e rifondarono la città che prese il nome da Tiburto, il maggiore dei tre fratelli. Secondo Servio i tre fratelli sarebbero invece venuti dalla Grecia e avrebbero fondato in comune Tibur e altre città del Lazio, fra le quali Cora, che prese il nome dal secondo, Coras. Virgilio fa prendere parte il giovane C. alla battaglia contro Enea (Aen., VII, 670 segg.). Gli altri poeti latini celebrano C. quale fondatore di Tibur (p. es., Hor., Carm., I, 18,1), e da lui prese il nome quel piccolo monte che sovrasta Tivoli, stringendo con l'antistante monte Ripoli la valle dell'Aniene come in una morsa. Già Servio (in Aen., VII, 672) parla di un mons Catillus presso Tibur, che per corruzione era detto Castelli. Il nome sembra italico.
Bibl.: V. De Vit, Totius latinitatis onomasticon, Prato 1859, s. v. Catillus; Preller, Röm. Mythol., 3ª ed., II, Berlino 1881-1883, p. 139; Peter, in Roscher, Lex. d. griech. u. röm. Mythol., I, Lipsia 1884-1890, p. 856.